Emergenza coronavirus, Scafati non si arrende.

 

Se da una parte, la camorra sfrutta l’emergenza sanitaria per infiltrarsi lì, dove le persone hanno più bisogno degli aiuti concreti promessi dallo Stato, dall’altra c’è chi si unisce per non arrendersi davanti alle mafie.

Come i cittadini scafatesi, che attraverso l’ Associazione Resilienza, stanno donando cibo, acqua e materiale di prima necessità alle famiglie in difficoltà.

Abbiamo intervistato Federica Buono, la presidente dell’associazione, che ci ha raccontato come e perché è nata questa iniziativa.

«Purtroppo la fame è una conseguenza della quarantena. Molti non riescono nemmeno a servire un piatto in tavola e già nel nostro piccolo, erano tante le persone che chiedevano aiuto. Non sempre, però, è facile chiedere aiuto.  Alcune persone hanno fatto giri di parola per farcelo sapere, quindi in maniera non invadente né offensiva, ci siamo fatti avanti».

Imprenditori, privati, vicini di casa e tutti coloro che avevano la possibilità di farlo,
si sono immediatamente attivati per impedire a qualcun altro di agire illegalmente.

«Come riflesso dello Stato, abbiamo avuto il supporto della tenenza dei Carabinieri di Scafati che ha contribuito con una grande donazione di pacchi alimentari destinati a famiglie particolari. Ringraziamo anche i vigili urbani e le parrocchie, senza dimenticare il Centro sportivo Nazionale Fiamma e A.V.N.E.T. pubblica assistenza».

Punto raccolta di Scafati, l’impegno e le iniziative a favore del sociale dell’associazione “Resilienza”

L’Associazione Resilienza è riuscita a organizzare più di 25 punti raccolta, distribuendo oltre 400 pacchi. Inoltre, ha partecipato anche alla distribuzione di 35 tablet in favore dei ragazzi dell’ I.I.S. Pacinotti di Scafati. «In questo modo, gli studenti hanno avuto la possibilità di seguire le lezioni da casa senza rinunciare al loro diritto allo studio», sottolinea Federica Buono.

Distribuzione di 35 tablet in favore dei ragazzi dell’ I.I.S. Pacinotti di Scafati

Nonostante il grande cuore e tutto l’impegno dei cittadini, le risorse non sono illimitate: «Cerchiamo di stringere la cinghia, anche chi sta bene. Si può donare una, due, tre, anche quattro volte ma tutto quello che riusciamo a raccogliere prima o poi finirà. Lì, sarà il momento di avere paura. Chiediamo allo Stato di essere più presente affinché l’ Anti-Stato non prenda piede», conclude.

 

 

 

 

 

 

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