«Lo Stato deve arrivare prima della mafia», a dirlo è Luigi Bonaventura, ex ‘ndranghetista che da tredici anni collabora con la giustizia.
In un momento dove tutti noi siamo costretti a coprirci il volto con delle mascherine per difenderci dal coronavirus, Luigi Bonaventura ha accettato di farsi intervistare con
il viso coperto per difendersi dalla mafia.
«Se lo Stato arriva prima dei mafiosi, i cittadini non si rivolgono alla mafia – dice
e aggiunge – Non possiamo pensare che le organizzazioni criminali e il mondo clandestino restino a guardare, specialmente ora.
Se fossi ancora un ‘ndranghetista, saprei sfruttare molto bene questa occasione»
Secondo il collaboratore di giustizia, diventato ormai una figura importante dell’antimafia, «siamo in guerra e in guerra non si fraternizza con il nemico»
Si riferisce a tutte quelle persone che a causa dell’emergenza economica e sociale provocata dal coronavirus, potrebbero rivolgersi alle mafie per chiedere aiuto.
Durante la nostra intervista sottolinea: «Tutto quello che posso dire, lo dico mettendomi nei miei ex panni. C’è una parte di ‘ndrangheta e di mafia che pratica l’usura e
non dobbiamo pensare necessariamente a un semplice “ti presto i soldi e mi impossesso della tua azienda”. Potrebbero non fare nulla del genere o mettere un piccolo tasso per poi coinvolgere l’imprenditore indirettamente. Oppure, potrebbero inserire in una
società già esistente, persone di fiducia con nomi puliti per acquisire delle azioni. In questo modo, è possibile riciclare i soldi che verranno utilizzati da coloro che si occupano del traffico di droga oppure di disastri del momento come quello medico sanitario».
La reclusione forzata come la quarantena, inoltre, potrebbe agevolare le
infiltrazioni mafiose che troverebbero terreno fertile, approfittandosi delle debolezze
di alcuni soggetti : «Non dimentichiamoci che le persone hanno tanti vizi
come il gioco d’azzardo e le donne. Sicuramente le mafie cercheranno di potenziare il canale del web e il business informatico, quindi, tutto quel mondo sommerso. Nonostante i controlli a tappetto, ci sono i galoppini, magari dei ragazzini,
che sanno già dove andare perché ricordiamoci che esiste anche la corruzione».
Luigi Bonaventura è convinto che per combattere la mafia, le persone abbiano bisogno di un forte deterrente: «Se qualcuno viene a chiederti il pizzo, devi denunciare. Noi dobbiamo avere paura di infrangere le leggi e di danneggiare la nostra società. Dobbiamo pensare al futuro dei nostri figli. Lo Stato deve far sentire la sua presenza garantendo la sicurezza dei suoi cittadini– e conclude – Non facciamoci ingannare da falsi profeti che vengono fatti passare per eroi. Ognuno ha il proprio ruolo e ognuno ha la propria responsabilità».