Ustica: dopo 45 anni, chiesta l’archiviazione delle indagini

Nessun indagato, nessun colpevole. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla strage di Ustica. 

In quarantacinque, lunghissimi anni di indagini, la Procura di Roma, nonostante cancellazioni, silenzi e manomissioni, ci era riuscita: aveva ricostruito il volo del Dc-9, l’aereo di linea abbattuto nel cielo di Ustica il 27 Giugno 1980, con a bordo 81 persone che quella sera persero la vita.

Della strage di Ustica, un intrigo internazionale lungo quasi mezzo secolo, i filoni d’indagine principali sono due. Il primo, secondo cui ad abbattere il Dc-9 Itavia è stato un missile a risonanza lanciato dalla marina militare francese. Mentre volava sull’Appennino toscano, l’aereo di linea sarebbe stato agganciato da due Mig libici: una tecnica militare che permette di sfruttare la scia di un aereo per nascondersi dai radar. Il secondo, la cui tesi è quella di una bomba a bordo piazzata da un terrorista. Una teoria, quella dell’ordigno esplosivo, che verrà presto nettamente scartata: nessuna bomba nella toilette dell’aereo, lo confermano i reperti recuperati su cui non è stata rivelata nessuna traccia di esplosivo. L’aereo è stato colpito. Ma da parte di quale aeronautica? Il racconto di questa storia dipende inevitabilmente dalla memoria. E dai silenzi, infinti. E dai depistaggi, moltissimi, volti a coprire il coinvolgimento di forze militari nazionali e internazionali nella strage. Italia, Francia, Libia, Stati Uniti. Ancora nessun indagato. Intanto, per l’inchiesta del 2008, aperta dopo che l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, dichiarò di sapere che era stato «un missile a risonanza e non ad impatto» ad abbattere l’aereo, è stata stata richiesta l’archiviazione. 

LA DELUSIONE DEI PARENTI: È UNA SCONFITTA PER TUTTO IL PAESE

« Io credevo che lo “scoperchiamento” di Cossiga avrebbe reso inevitabile il chiarimento », dice Daria Bonfietti, presidente dell’associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. Invece, « il problema angoscioso e vergognoso è che un Paese sovrano come il nostro non riesca a ricevere risposte congruenti dagli alleati ». L’associazione è rappresentata dall’avvocato Alessandro Gamberini, che più volte avrebbe « sollecitato la procura di Roma a depositare gli atti e a prendere coscienza che il percorso giudiziario non andava avanti. Per capire come il governo si deve muovere, dobbiamo sapere quali rogatorie non hanno dato risposte adeguate ».

27 Giugno 1980: UN ATTO DI GUERRA IN TEMPO DI PACE

Il 27 Giugno 1980, durante la sua conduzione di Tg2 Stanotte, il giornalista Rai Nuccio Puleo, è il primo a scrivere su una delle pagine più annerite della storia italiana. « All’aeroporto di Punta Raisi sono scattate le misure d’emergenza in seguito al mancato arrivo dell’aereo da Bologna ».  La tragedia inizia con l’annuncio di tre ore di ritardo previste per l’atterraggio dell’Itavia Dc9, che a Palermo non arriverà mai. Il velivolo si è inabissato a 66 miglia a nord di Ustica. Un strada di memoria e inchiesta che ancora oggi non porta a nessuna destinazione. 

L’EREDITÀ GIORNALISTICA

Nella puntata del 24 Giugno 2020 di Atlantide, il programma scritto e condotto da Andrea Purgatori, il giornalista mostra ai telespettatori un telefono. È una linea diretta con lo studio « per chi – spiega Purgatori – dovesse decidere, anche dopo quarant’anni, di avere voglia e coraggio di liberarsi la coscienza anche di un piccolo pezzetto di verità ».

La speranza di Purgatori è quella che possa succedere qualcosa di molto simile a quanto già avvenuto durante Telefono Giallo, la trasmissione di Rai 3 condotta dal collega Corrado Augias. Era il 6 Maggio 1988. Durante il programma, Augias riceve la telefonata di un aviere in servizio la notte della strage. Dal centro di Marsala, i militari avevano visto i tracciati radar ma « ci fu ordinato di starci zitti ». Una denuncia talmente scioccante che il giorno dopo, il giudice Paolo Borsellino telefona al giornalista dicendo che quanto successo a Telefono Giallo era troppo importante e gli dava il coraggio e la forza per riprendere le indagini. Borsellino riapre l’inchiesta ma i tentativi di sviare l’indagine sono  talmente serrati che quando chiederà il foglio di servizio degli addetti presenti nella sala di controllo radar di Marsala il giorno del disastro, riceve un foglio con una serie di nomi completamente fuori contesto (una lista dipendenti che non erano nemmeno presenti, per i motivi più disparati). Quell’inchiesta a Paolo Borsellino verrà tolta, contro la sua volontà, e sarà spostata a Roma.

Roma, dove quarantun anni dopo la tragedia, i Magistrati Maria Monteleone ed Erminio Amelio insisteranno per il reato di strage. Una strage compiuta – nonostante le rogatorie e le testimonianze faticosamente raccolte dai magistrati – da nessuno.

Serena Del Fiore

Milano, figlia dei 90s e di tanta letteratura. Scrivo (e parlo) di arte, cultura e spettacolo. Quando sono sull'orlo di un esaurimento nervoso penso sempre al posto mio cosa farebbe Woody Allen. Mi pento tutte le volte. Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità con Gianni Canova, nel 2019 sono stata compagna di palco di Beppe Severgnini nello spettacolo teatrale "Diario sentimentale di un giornalista", unendo due grandi passioni: viaggiare e raccontare storie. Ho vissuto a Parigi e New York.

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