Il Coronavirus ha stravolto sogni, programmi ed eventi, modificando inevitabilmente i nostri piani. Ha cambiato il nostro modo di vivere e di lavorare costringendoci alla distanza dopo mesi di affiatamento. L’emergenza ci ha messo davanti ad un bivio: o ti arrendi o reagisci. A riguardarlo adesso, da media distanza, il lockdown non è stato un periodo meno impegnativo di quella normalità che sembrava perduta, e che adesso stiamo pian piano recuperando. La sfida della tradizionale riunione di redazione al mattino è stata filtrare la notizia attraverso il vissuto. Sottrarre il personale dall’oggettivo. Fatto quell’inedito passo a lato, abbiamo tratteggiato i punti che starà poi alla storia unire: lanci, approfondimenti e servizi video.
La nostra piccola testimonianza nel grande racconto della pandemia. Una quarantena trascorsa al telefono per raccogliere qualche testimonianza, su Slack per tenerci aggiornati, su Premiere per non perdere la mano. Su un binario parallelo proseguiva la nostra formazione, con corsi ed esami spalmati tra Skype e Teams. La cronaca della pandemia ce l’ha dimostrato: il lockdown ha in larga parte intorpidito l’iniziativa e alimentato rassegnazione. Non ne siamo stati immuni.
Tre mesi di incertezza combattuti con la speranza di mettere in pratica quel che rischiava di rimanere pura teoria. La nostra occasione è stata il laboratorio digitale e multimediale di TgCom24. Per quanta esperienza si possa avere alle spalle, varcare il cancello di Mediaset è come prendere una navetta per lo spazio. La sinergia tra sito e canale è il segreto della redazione. La sfida è entrare nel flusso della notizia che nasce sul web e sboccia in televisione. Cuore e polmoni: se uno dei due smette di lavorare, il corpo non funziona più e si spegne.
La scrittura di un pezzo per il sito o il montaggio di un contributo video per il canale sono gli ingranaggi che permettono alla macchina di funzionare. Responsabilità a cui siamo stati allenati nella pratica quotidiana. La lima dell’esperienza dei giornalisti in redazione ha perfezionato la nostra manualità, portando a compimento le esercitazioni fatte durante il lockdown. Non solo attenzione e prontezza: soprattutto velocità. Una delle sfide alle quali siamo stati temprati è stata incasellare le responsabilità che ci venivano affidate nei tempi della redazione. Consegnare un servizio in orario, organizzare il proprio lavoro e soddisfare il rapporto di fiducia instaurato con la redazione.
Due mesi in cui, nella pratica, abbiamo avuto modo di cogliere la notizia e proporre servizi. Uscire in esterna per realizzarli grazie al supporto di professionisti, perfezionando la tecnica dei girati. Infine: lanciarli come in un vero TG, condensando la notizia in un pugno di parole. Tra metti e togli di mascherine, distanziamento sociale e uffici vuoti destinati allo smartworking, abbiamo recuperato quella pratica che il lockdown ci ha tolto, aggiungendo la voglia di tornare al lavoro che l’isolamento ha alimentato.