“Three is the magic number?” Evoluzione del tiro da tre in NBA

Il tiro da tre punti e la NBA. Un rapporto che nelle ultime stagioni è diventato sempre più stretto. Tanti i fattori che hanno determinato e stanno determinando una trasformazione importante all’interno del basket. Le squadre in generale corrono di più, hanno più possessi a disposizione durante una partita, ci sono più giocatori in grado di tentare le conclusioni da dietro l’arco e, banale conto matematico, tre punti valgono più di due. Senza dimenticare che una propensione sempre maggiore al tiro dalla lunga distanza degli attacchi costringe le difese ad alcuni adattamenti in grado di aprire ancora di più l’area per l’attacco. Differenze che saltano subito all’occhio se si guarda una gara NBA con un minimo di occhio critico, ma che dati e numeri evidenziano con ancora più chiarezza. La media dei tiri da tre tentati per partita, come evidenzia il grafico sottostante, dalla stagione 1980 a quella del 2017 è aumentato in maniera impressionante.

MEDIA DEI TIRI DA 3 TENTATI A PARTITA IN UNA SINGOLA STAGIONE NBA

Se la lega NBA si è evoluta significa che anche le singole franchigie hanno in qualche modo cambiato il loro piano tattico in campo. Osservando le classifiche di quale squadra, in media, ha tentato più tiri da tre nel corso delle ultime venti stagioni si notano un paio di dati interessanti: il primo riguarda la presenza costante al primo posto di questa speciale graduatoria di una squadra come Houston, il secondo l’impennata nel numero medio di tentativi nelle ultime stagioni. Ancora una volta protagonista Houston, in compagnia dei Golden State Warriors.

L’ultima colonnina rappresenta l’andamento di Houston in questa stagione: a meno di metà annata la media è già di 20 tentativi da 3 a partita e la sensazione e che i Rockets possano battere il loro stesso record della stagione 2017. Interessante evidenziare, inoltre, come non sempre la squadra prima in questa particolare classifica risulti alla fine della stagione la vincitrice del titolo NBA. Insomma, non basta sparare in continuazione da tre per diventare una squadra vincente.

SQUADRE CON PIÙ TENTATIVI DA 3 IN MEDIA A STAGIONE (1997-2017)

Setacciando ancora di più i numeri legati alle triple in NBA si può osservare come con il passare delle stagioni anche gli specialisti del tiro da 3 punti cerchino sempre più spesso di fare male alle difese avversarie da dietro l’arco. Da Larry Bird a Stephen Curry i numeri sono chiarissimi da questo punto di vista. Il leader di questa stagione, al momento, per numero di tentativi da 3 è James Harden degli Houston Rockets, con 488 tiri da 3 provati in 46 partite giocate. Una media di 10,6 conclusioni a gara.

GIOCATORI CON PIÙ TENTATIVI DA 3 IN SINGOLA STAGIONE

Ma cosa succede se i giocatori della NBA si trovano a giocare in un contesto come quello delle Olimpiadi, dove le regole con cui si disputa il torneo di basket sono quelle della FIBA? Le differenze forse non sono tantissime, ma sicuramente incidono sul gioco. Per esempio la mancanza della regola del “3 secondi difensivo” in America impedisce alle squadre di difendersi con un sistema “a zona”. Un modo di proteggere il canestro a cui i giocatori della NBA non sono abituati. Anche in questo caso i numeri possono dare una prima indicazione. Per provare a fare un paragone qui sotto sono evidenziate le cifre a Rio 2016 dei giocatori di Team USA che hanno tentato più conclusioni da 3 punti e la media calcolata all’interno delle 8 partite giocate prima di arrivare all’inevitabile medaglia d’oro.

Nel grafico seguente, invece, si possono visualizzare le statistiche legate al tiro dalla lunga distanza degli stessi tre giocatori presi in considerazione in precedenza all’interno della stagione NBA in cui si sono poi svolte le Olimpiadi. Anche in questo caso si considerano il numero di tentativi da 3 punti, il numero di partite giocate e la media delle conclusioni provate. La mole di dati è ovviamente diversa, in primis per quanto riguarda le gare giocate, ma una sorta di tendenza può essere comunque individuata. Nello specifico, rispetto a Rio 2016, la media di Klay Thompson cresce di due tiri a partita, così come aumenta quella di Kevin Durant che passa da 5 a 6 tentativi di media. Carmelo Anthony, invece, è l’unico dei tre che vede aumentare le proprie cifre durante il torneo olimpico.

Le considerazioni finali possono essere sostanzialmente due: l’NBA sembra essere sempre più orientata verso il tiro da tre punti, con le squadre pronte a scommettere con sempre maggiore frequenza sulle realizzazioni dalla lunga distanza, anche a costo di avere percentuali più basse in senso assoluto; il cambiamento di regole di gioco, da NBA a manifestazioni che seguono le norme FIBA come le Olimpiadi, incide sui numeri del tiro da tre punti dei giocatori americani che arrivano dalla lega di basket più famosa al mondo. Spostamenti che forse non fanno balzare sulla sedia, ma che sono in grado di mettere in evidenza un adattamento forzato a sistemi con cui non si ha troppa familiarità.
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