Dalla Cina le telecamere termografiche per la “fase due” del coronavirus

Inquadrano i volti, rilevano la temperatura corporea, la registrano in una banca dati e, nel caso di stato febbrile, fanno scattare l’allarme. In vista della “fase 2” dell’emergenza coronavirus, che prevede la convivenza con il virus, i due colossi cinesi della videosorveglianza Dahua e Hikvision rilanciano sul mercato le loro telecamere termografiche contact free. 

Si tratta di dispositivi in grado di rilevare la temperatura corporea delle persone anche a un rapido passaggio e da una distanza di massimo tre metri. Nel caso delle telecamere Dahua, sono lenti termiche da 7 a 13 millimetri, che hanno un range di errore fino a 0.3 gradi. Così come le telecamere Hikvision, che riescono a fare uno screening termografico a trenta persone contemporaneamente e per questo – come si legge sulla brochure – sono adatte a luoghi di transito e affollati, come aeroporti, supermercati, ospedali, ingrossi, stazioni e sale d’attesa.

Lo screening della temperatura a distanza (Fonte: www.hikvision.com)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La nuova tecnologia Dahua e Hikvision sfrutta il principio per cui ogni corpo emette una quantità rilevabile di radiazioni infrarosse, le quali vengono messe in rapporto con i valori della scala del grigio, generando delle immagini termografiche: l’inquadratura sul volto diventa rossa se la temperatura supera i 37 gradi, verde in caso contrario. Nel caso di stato febbrile, scatta l’allarme: audio tramite altoparlante, visivo tramite led.

Le telecamere termografiche Dahua sono già state installate alla Fudan University di Shanghai e all’ingresso dell’edificio Shanghai PetroChina per rilevare la temperatura del personale. Al momento non risultano altre installazioni in Italia e in Europa, ma qualcosa potrebbe cambiare dopo il 12 aprile.

 

Sofia Francioni

Laureata in Lettere Moderne e cresciuta dentro la redazione della cronaca della Nazione di Firenze, vorrebbe diventare una cronista "sconosciuta e felice"

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