Sembrava raggiunto l’accordo per la presidenza delle due camere ma nelle ultime ore è aumentata la distanza tra le forze politiche protagoniste, il centrodestra e il M5S. Ieri la coalizione guidata da Matteo Salvini ha diffuso una nota diretta alle forze politiche, in cui richiedeva una riunione per parlare delle candidature. Richiesta respinta al mittente dal Pd, che si è inserito nella partita che si aprirà domani per l’elezione della seconda e terza carica dello Stato.
Oggi il capogruppo Dem uscente Ettore Rosato ha specificato a Radio Capital: «Nel comunicato c’era scritto ‘abbiamo già deciso i presidenti di Camera e Senato, uno a Forza Italia e uno al M5S, ci vediamo e così ve lo diciamo. Bastava un sms sotto quel profilo. Nella tarda serata Forza Italia ha poi detto facciamo un incontro partendo da zero e a quel punto siamo assolutamente disponibili come sempre al confronto, a ragionare insieme».
Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria del Pd, è sulla stessa linea di Rosato: «Se si riparte da zero, ragionando con disponibilità e con il criterio ispiratore che è quello di fare le scelte migliori per affidare le presidenze di Camera e Senato, il Pd c’è».
La posizione del M5S, in questo scenario, non varia. Di Maio ritiene invotabile Paolo Romani, il nome uscito dalla riunione del centrodestra nel vertice di Palazzo Grazioli per la presidenza del Senato. Il nome più caldo per la presidenza della Camera, rimane in mano al Movimento 5 Stelle.
(fr)