Emmanuel Macron rischia di perdere la maggioranza al Parlamento francese. Domenica 12 giugno 2022 i cittadini della République sono andati ai seggi per rinnovare i 577 membri dell’dell’Assemblea Nazionale, la Camera bassa del Paese. In un clima di astensionismo record (al 53%), dalle urne è uscito un Parlamento diviso. Nouvelle Union populaire écologique et sociale (NUPES) – la coalizione di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon – contende diversi deputati a Ensemble!, il gruppo del presidente. Le due alleanze sono testa a testa negli exit poll. La sfida si concluderà il prossimo 19 giugno, con il secondo turno delle elezioni. Da oggi inizia una settimana frenetica per la campagna elettorale.
I risultati
Gli exit poll danno Ensamble! e NUPES rispettivamente al 25,75 per cento e al 25,66. Secondo il sistema elettorale francese (uninominale a doppio turno), Macron nella seconda tornata elettorale potrebbe ottenere tra i 275 e i 310 deputati. Melenchon tra i 180 e i 210. La maggioranza è a 289. Entrambe le alleanze sperano quindi di strappare seggi alla rivale. Se gli equilibri dovessero riaggiustarsi a favore del leader di sinistra, si potrebbe verificare la così detta cohabitation, cioè la situazione in cui maggioranza parlamentare e presidente appartengono a schieramenti diversi. Sarebbe la prima volta dal 2002.
Rieletto ad aprile 2022 contro la leader di destra Marine Le Pen (Ressemblement National), Macron, senza la maggioranza assoluta, vedrebbe i suoi poteri molto limitati. Per superare un eventuale stallo politico e garantirsi la collaborazione del Parlamento, il presidente potrebbe scegliere di nominare Mélenchon, o un altro esponente di NUPES, come primo ministro.
I programmi
L’eventualità però appare poco probabile. I due schieramenti hanno programmi completamente diversi. Tra le proposte di Mélenchon – sconfitto alle ultime presidenziali – c’è significativo aumento del salario minimo, l’abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni e il congelamento dei prezzi di base del cibo e dell’energia, per affrontare la crisi del costo della vita. Il piano di Ensemble! invece prevede il taglio delle tasse e modifiche al sistema di welfare.
Il risultato del primo turno era comunque ampiamente atteso. L’aveva anticipato la “vittoria senza trionfo” – come la chiamano i commentatori – di Macron ad aprile. Come le presidenziali, l’ultimo voto è stato segnato dalla sfiducia e dalla disillusione per la politica, rispecchiata da un’affluenza alle urne molto bassa. Del 47, 5 per cento.