Da New York a Hong Kong, in tutte le grandi città dilaga la moda degli alveari metropolitani. Un modo per salvare le api che ogni anno diminuiscono a causa dell’inquinamento e della mancanza di campi. Gli alveari dei nuovi apicultori hanno abbandonato le campagne e oggi si trovano sui tanti grattacieli di Londra, sul palazzo dell’Opéra e persino sui tetti della sede di Google di New York.
A Parigi è stato creato persino il miele “cemento armato” (Miel Bèton), mentre gli Inglesi, oltre alle 50 mila api ospitate sul tetto della Regis House di Londra, all’Expo di Milano hanno esposto frutteti e alveari per sensibilizzare i visitatori sul problema estinzione delle api. Gli insetti, oltre che essenziali per la catena biologica e il mantenimento della biodiversità, sono una parte fondamentale della produzione agricola mondiale.
Basti pensare che le api con la sola impollinazione sono responsabili, da sole, per circa 1/3 di tutto il cibo naturale prodotto annualmente. Negli Stati Uniti una catena di supermercati di cibo naturale, per sensibilizzare i consumatori sul problema della diminuzione costante del numero delle api, ha tolto dagli scaffali tutti i prodotti ottenuti per impollinazione: su 450 ne sono rimasti poco più di 200. Allevare api in città può essere quindi una buona idea in difesa delle api, dell’ambiente e per prodotti dell’alveare a chilometro zero.
a cura di Marta Zanichelli