Una lettera aperta pubblicata sul quotidiano Libero. È così che Gabriele Albertini ha comunicato la sua decisione di defilarsi dalla corsa a sindaco di Milano. Indirizzata al direttore Pietro Senaldi, a Vittorio Feltri, a Pino Farinotti e a «tutti i milanesi», la lettera spiega perché l’ex sindaco di Milano abbia deciso di abbandonare la corsa a Palazzo Marino come candidato per la coalizione di centrodestra: «mi sono fermato davanti alla mia famiglia».
I motivi della scelta: la famiglia
La tentazione iniziale di accettare la candidatura, per cui si era lungamente speso il leader della Lega Matteo Salvini, alla fine ha dovuto cedere il passo di fronte alla volontà di proteggere la sfera privata. Albertini ci ha tenuto a ringraziare i suoi concittadini per la fiducia e a spiegare le motivazioni della sua scelta. «A mia moglie non potevo infliggere un disagio, per Lei così insopportabile, per un terzo quinquennio!» scrive Albertini, «ecco allora, che, dopo avervi ringraziato, vi chiedo scusa, miei cari concittadini!».
«Se fossi stato eletto avrei voluto Sala come vicesindaco»
Una lettera aperta che, messo da parte quello che potrebbe essere considerato un uso eccessivamente espressionistico della punteggiatura, porta al suo interno un’ulteriore notizia.
«Se fossi stato candidato e se fossi stato eletto, ecco il mio primo atto, da sindaco di Milano: chiedere a Beppe Sala, d’entrare nella Giunta Municipale, come vicesindaco, d’unirsi a me nel Governo della Città, magari, accompagnato da alcuni assessori, suggeriti da Lui e/o dalle forze politiche responsabili che lo sostengono…».
Se è pur vero, come scritto da Albertini, che viviamo in «tempi particolari e gravi», è altrettanto vero che forse non c’è bisogno di chiamare in causa l’emergenza pandemica per giustificare un dialogo tre le forze politiche del centrodestra e quelle del centrosinistra. «Lo spirito d’unità Repubblicana», per usare le parole di Albertini che a sua volta cita il Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha già unito, seppur con risultati da verificare, Pd, Lega e Forza Italia sotto la stessa bandiera.
La frustrazione di Matteo Salvini
In questo senso, «la città sempre anticipatrice di ogni nuovo corso», riprendendo le parole usate da Albertini nella sua lettera, non sarebbe stata poi così originale nel riproporre questa alleanza. Più singolare invece che il centrodestra ancora non sia arrivato ad un accordo per la selezione dei nomi da candidare alle amministrative di due città così importanti politicamente, anche su scala nazionale, come lo sono Milano e Roma.
Singolarità che provoca frustrazione tra le fila del centrodestra, percepita chiaramente nelle dichiarazioni di Salvini: «Sono mesi che cerco di costruire e unire il centrodestra in vista delle amministrative. A Roma e Milano avevamo i candidati giusti: Bertolaso e Albertini, ma altri hanno detto “no” per settimane e mesi e loro hanno perso la pazienza». «Sia nella Capitale che nel capoluogo lombardo possiamo e dobbiamo vincere. Entro poche settimane dobbiamo decidere», continua Salvini. Il segretario della Lega è convinto di poter trovare i nomi giusti, ma il tempo stringe.
Per il momento, dopo aver ringraziato dal suo account Twitter «il gentiluomo» Albertini per il suo attestato di stima, l’attuale sindaco di Milano Beppe Sala, tra i litiganti, attende di conoscere il suo avversario.
Albertini oggi nella sua lettera dice che mi avrebbe voluto come vicesindaco. Lo ringrazio per le sue parole e per la sua stima. È un gentiluomo e non lo scopriamo certamente oggi. Ora però mi attende una sfida impegnativa: convincerlo a votare per il suo futuro, mancato vice 🙂
— Beppe Sala (@BeppeSala) May 6, 2021