Zona rossa per la Lombardia, Fontana: “è una punizione”

La Lombardia tornerà ad essere zona rossa a partire da domenica 17, a stabilirlo è il nuovo Dpcm, firmato oggi, 15 gennaio, da Conte. «Ho appena parlato con il ministro Speranza, è una punizione che Lombardia non si merita – è stata la reazione del presidente della Regione Attilio Fontana – mi ha detto che farà fare ancora dei controlli».

Cosa si può e cosa non si può fare

Per quanto riguarda le limitazioni, la zona rossa vieta lo spostamento all’interno dei comuni salvo per comprovate esigenze lavorative o di salute.  Per i comuni con una popolazione non superiore a 5.000 abitanti, le visite sono consentite per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.  Stop alle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Chiusi ristoranti e bar ma è sempre consentito l’asporto (fino alle 22 per i ristoranti, fino alle 18 per i bar) e delivery. Sospese tutte le attività sportive anche nei centri all’aperto. Restano aperte scuola dell’infanzia, scuola primaria, servizi educativi per l’infanzia e primo anno delle medie. Mentre le altre attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza.

I dati lombardi

La decisione era temuta e scongiurata ma non è una doccia fredda visto che erano giorni che la regione oscillava, avvicinandosi pericolosamente al 1,25 di indice Rt (indice di contagiosità), limite che, secondo le nuove ordinanze, stabilisce per quale regione scatta la zona rossa. Il provvedimento che è stato preso dal ministro della Salute, Roberto Speranza, è proprio sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia. Insieme alla Lombardia anche la Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano subiranno la restrizione più dura.

La richiesta di Bergamo, provincia virtuosa

La lettura dei dati e il passaggio da zona rossa ha però innescato una polemica. Bergamo, la più colpita nella prima ondata, ha 61 positivi al Covid ogni 100 abitanti, un numero al di sotto della media regionale e lontana dal parametro dei 250 contagi ogni 100 mila abitanti stabilito dall’Istituto Superiore di Sanità che farebbe scattare le limitazioni più stringenti. Bergamo quindi chiede una deroga alla zona rossa. «Crediamo si possano comprendere le difficoltà e le sofferenze cui il protrarsi delle limitazioni, se non addirittura il loro inasprimento, sottopone i cittadini dei nostri territori», scrivono il sindaco e il presidente della provincia di Bergamo, Giorgio Gori e Gianfranco Gafforelli, in una lettera alla Regione Lombardia perché si faccia portatrice al Ministero della Salute.

 

Federica Ulivieri

Nasce sulla costa Toscana e si laurea magistrale in Storia Contemporanea a Pisa. Vola nelle lande desolate dello Yorkshire, dove inizia a occuparsi di traduzione. Un inverno troppo rigido la fa tornare in Italia, un po' pentita di averla lasciata. Le piace scrivere di esteri, con una predilezione per l'Africa. Ha recitato a teatro per 15 anni e ha una grande passione per i fumetti, le piace leggerli, scriverne e disegnarli: è infatti anche una vignettista di attualità.

No Comments Yet

Leave a Reply