Wimbledon: Sinner vola in semifinale, Djokovic ha la meglio su Cobolli

Wimbledon, quarti di finale, giorno due. Il rumore più forte, prima ancora degli scambi, è quello dei tappi di champagne: secchi, precisi, rimbombano nel silenzio ovattato dei prati verdi, come piccoli spari d’alta classe. C’è un rituale che si compie ogni estate a Church Road e non riguarda solo il tennis. È il gioco delle apparenze: cappelli a tesa larga, fragole con panna, brocche di tradizionale tè freddo, sotto lo sguardo vigile dei reali.

In questo caso della regina consorte Camilla, affacciata dal Royal Box del Centre Court come una silenziosa arbitra d’eleganza e compostezza. Ma dietro la facciata immacolata, il torneo ha fatto rumore: Belinda Bencic ha superato Mirra Andreeva in due set 7(7)-6(3), 7(7)-6(2), Iga Swiatek ha vinto contro Luidmilla Samsonova (6-7, 7-5, 6-2). A seguire, Jannik Sinner ha piegato Ben Shelton in tre set 7(8)-6(2), 6-4, 6-4, e Novak Djokovic ha battuto Flavio Cobolli 6(6)-7(8), 6-2, 7-5, 6-4.

Sinner-Shelton 

Tutte le domande del giorno erano per lui. Come sta Sinner? Si allena? Gioca? Dopo la scivolata contro Dimitrov, il gomito dolorante e un allenamento saltato, l’aria a Wimbledon era diventata elettrica. In tanti, anche tra gli addetti ai lavori, avevano cominciato a sussurrare la parola che nessuno voleva sentire: ritiro. E invece no. La notizia arriva di prima mattina: Jannik si allena.

Ma lo fa lontano dagli occhi indiscreti, su un campo laterale, con Jacopo Vasamì, numero 2 junior al mondo. Un test silenzioso, poche telecamere. Ma basta per far respirare i tifosi. Giocherà. Il campo 1 è tutto esaurito. Testa bassa e braccio fasciato. Ma il Sinner opaco, preoccupato, visto contro Dimitrov è solo un lontano ricordo. C’è da chiudere la pratica quarti, possibilmente in fretta.

Sinner dopo l’allenamento con Vasamì – Esclusiva MasterX

Shelton bombarda. Ace a 234 km/h, quattordici in tutto. Ma Jannik lo incarta con un match ordinato, chirurgico. Servizio solido, dritto fluido e ritmo alto. Il primo set scivola via senza break: sul servizio di Sinner si gioca poco e niente, e l’unico spiraglio l’americano se lo prende al tie-break. Dove però sbaglia tutto, regala un doppio fallo, commette quattro errori di dritto ed è così che la frazione va in archivio a favore di Sinner.

Nel secondo set arriva l’unico vero momento d’incertezza, che sembra riportare la partita in bilico: siamo sul 3-2 quando un missile al servizio colpisce Jannik in controtempo. Si tocca il gomito, si scrolla, lancia uno sguardo al suo box. Poi riparte. Sul 5-4, entra il fisioterapista. Ma a chiamarlo questa volta è Shelton. Sinner alla prima palla break utile, chiude con un rovescio largo dell’avversario. 6-4.

Nel terzo, è questione di tempo. Sinner non si scompone, aspetta. Sul 5-4, apre lo spiraglio e ci si infila. Al terzo match point, Shelton è battuto. 7-6, 6-4, 6-4. Un’altra semifinale conquistata. E  «Il gomito va meglio», fa sapere il n1 del mondo a fine match.

Sinner-Shelton, quarti di finale a Wimbledon
Djokovic-Cobolli

È tutto racchiuso nell’abbraccio finale, il match tra Djokovic e Cobolli.
È tutto contenuto nelle parole che il campione serbo rivolge al 23enne azzurro sotto il cielo del Centrale di Wimbledon: «È pieno di talento, uno di quei giovani di cui si parlerà a lungo. Gli auguro il meglio». Non è solo educazione sportiva. È una legittimazione. È il numero sei del mondo che mette il timbro sul miglior torneo della carriera di Flavio Cobolli.

E poco importa se finisce ai quarti, poco importa se la semifinale va a Nole. L’azzurro ne esce riconosciuto, applaudito, validato. Sul Centrale ha lasciato tutto. Ha vinto il primo set, ha portato Djokovic a ruggire, a cadere per chiudere il match in spaccata. Risultato finale: 6-7(6), 6-2, 7-5, 6-4, dopo tre ore e undici minuti di battaglia. Ma il punteggio non dice tutto. Lo dice invece il modo in cui Cobolli ha lottato. Ha perso, sì. Ma ha fatto partita.

Flavio Cobolli a Wimbledon

Nel primo set sembrava un film sportivo: Nole avanti 5-3, poi il break, poi il tie-break, poi l’azzurro che vince 8-6 con un ace da applausi, poi il centrale in delirio. Nel secondo parziale, Djokovic fa Djokovic. Il serbo gioca sul velluto, approfittando di qualche sbavatura dell’azzurro e pareggiando i conti. Ma nel terzo set Cobolli c’è: tiene botta fino all’11° game, poi un errore gli costa caro e Novak chiude con mestiere.

Nel quarto, il serbo sbuffa, scivola, si arrabbia. Sotto 0-1 lancia la racchetta. Sul 4-4 si prende la palla break decisiva grazie a una volée sbagliata da Flavio. Poi serve per il match, scivola in spaccata sul secondo match point, si tocca il ginocchio, ma chiude con il terzo.

Il serbo vola in semifinale per la 14ª volta a Wimbledon (nuovo record, superato Federer), per la 52ª in uno Slam. Ma i riflettori, per un attimo, li divide volentieri con il ragazzo italiano che voleva solo provarci, e invece ha fatto molto di più. È entrato in Top20. Ha dimostrato che tra i migliori ci può stare.

Djokovic, prossimo avversario di Sinner in semifinale
Andreeva-Bencic e Swiatek-Samsonova

Il torneo maschile ha regalato spettacolo, ma ha raccolto dove le donne avevano già seminato. La seconda giornata dei quarti di finale di Wimbledon è stata aperta, sul campo 1, dalla vittoria di Iga Swiatek su Liudmilla Samsonova. Netta, mai in discussione. La polacca ha dominato il primo set e anche quando Samsonova ha provato a rientrare nel secondo, Swiatek è rimasta fredda e ha chiuso la partita senza drammi, conquistando la sua prima semifinale a Wimbledon. Una vittoria che ha spazzato via un po’ di nubi: «Partita dopo partita, ho guadagnato fiducia in me stessa. Penso di poter concludere bene il torneo».

Poco dopo, sul centrale, Belinda Bencic ha battuto Mirra Andreeva in due tie-break, 7-6 7-6, confermando di avere ancora quella cattiveria da veterana nonostante la pausa per la maternità. Andreeva, giovanissima e determinata, ha dato tutto ma non è bastato per superare l’esperienza della svizzera che non ha sbagliato quasi nulla e ha saputo sfruttare le rare incertezze della sua avversaria. Anche per Bencic è la prima semifinale della carriera all’All England Club. Swiatek, la sua prossima rivale, ha espresso parole di stima per lei: «Non ho mai dubitato che potesse tornare ad alti livelli dopo la gravidanza, sta giocando molto bene».

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