Washington D.C. 51° Stato: la Camera è favorevole ma la sfida è in Senato

Washington D.C. potrebbe diventare il 51esimo Stato americano. Il disegno di legge è stato approvato giovedì 22 aprile dalla Camera dei rappresentanti con 216 voti favorevoli, tutti democratici, a fronte di 208 voti contrari, tutti repubblicani. Il nome scelto per la 51esima stella americana sarebbe Washington Douglass Commonwealth, in onore del leader abolizionista Frederick Douglass.
Il dibattito passerà ora in Senato, dove i due schieramenti convivono in una situazione di sostanziale equilibrio.

Da Distretto a Stato

Nella Costituzione americana  il District of Columbia è assegnato alla giurisdizione esclusiva del Congresso.
Ai cittadini della capitale viene concesso di esprimersi alle presidenziali solo nel 1961.
E solo nel 1973 la città di Washington inizia a eleggere anche un proprio sindaco e un consiglio comunale, pur continuando a scontare il limite di non poter legiferare con le stesse condizioni di autonomia concesse ad uno Stato. Al parlamento federale è infatti riservata la facoltà di rivedere e annullare le norme prodotte dal Distretto.

La legge in questione, denominata HR 51, mira ad assegnare la qualifica di “Stato” al territorio del District of Columbia, escludendone solo la ristretta area che interessa Casa Bianca e altri edifici governativi. Ciò significherebbe l’ingresso di due nuovi grandi elettori (ogni Stato, a prescindere dalle dimensioni, ne ha due), verosimilmente democratici, nello scenario delle prossime presidenziali.
Una situazione di certo auspicata dal partito democratico, che alla Camera costituisce la maggioranza, ma altresì osteggiata dal G.O.P. che in Camera Alta conta 50 rappresentanti (altrettanti ne hanno i democratici). Numeri sufficienti a bloccare l’entrata in vigore della legge, che in Senato richiede il raggiungimento della maggioranza qualificata di 60 voti.

No taxation without representation

A Washington si è ormai da tempo sviluppato un movimento per trasformare il distretto federale nel 51° Stato, con il diritto di eleggere in Congresso un rappresentante e due senatori.
“No taxation without representation”. Lo slogan del movimento si rifà al principio fondamentale che portò alla guerra d’indipendenza e alla nascita degli Stati Uniti alla fine del 18° secolo. L’obbligo di pagare le tasse (al governo inglese all’epoca, al governo americano oggi) senza però il diritto di essere rappresentati in Parlamento.
Il District of Columbia, che alle presidenziali ha fatto registrare un 92% di voti favorevoli a Biden, conta circa 710mila abitanti. Essi pagano le tasse federali più alte del Paese e in Congresso hanno un solo rappresentante, che non può votare il passaggio delle leggi.

Nicola Bracci

Ha 25 anni. È nato e cresciuto a Pesaro e si è poi trasferito a Milano. Legge e scrive di tematiche sociali e geopolitica per interesse, di sport per passione. Ora al quotidiano Domani.

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