Viviana Mazza racconta a MasterX: «I miei viaggi tra Iran, Siria ed Egitto»

«Il mondo è pieno di gente che ti dice come devi pensare, ma di pochissima che ti offre gli strumenti per capire qual è la realtà e farti decidere autonomamente». A dirlo è la giornalista della redazione esteri del Corriere della Sera, Viviana Mazza, ai giornalisti praticanti del master in Giornalismo IULM.

Una laurea in scienze della comunicazione a Torino, un master alla Columbia University di New York e un altro a Il Cario, in Egitto. La sua è una carriera ricca di successi, iniziata nella sua terra di origine: la Sicilia. Lì si è occupata di arte, cultura e cinema. La passione per la politica estera infatti è arrivata più tardi. «Ero una persona introversa e timida e non pensavo di certo di lavorare per la redazione Esteri», racconta.

Iran, Egitto e Siria sono stati solo alcuni dei Paesi che ha visitato per seguirne le vicende politiche e civili. «La prima volta che sono andata per Il Corriere in Iran era nel 2010. Prima di allora – spiega Mazza – era molto difficile entrarci. Con la presidenza di Hassan Rouhani, il clima è cambiato. Ho cercato di fare interviste diverse che potessero anche rispecchiare la complessità della società difficile. È complicato riuscire a fare questo mestiere in quei luoghi perché devi essere in grado di mantenere i rapporti e allo stesso tempo raccontare la verità. È una linea molto difficile da percorrere». Presidenti, vice-presidenti, funzionari e attivisti sono solo alcune delle persone che è riuscita a intervistare. Per farlo «è necessario saper creare contatti e mantenerli. Qualche tempo prima dell’uccisione del generale Soleimani – continua – avevo chiesto di poter intervistare il ministro degli Esteri. Per questo motivo, quando sono tornato in Iran per la crisi con gli Usa, sono riuscita a ottenere in tempi brevissimi l’intervista al vice presidente iraniano».

Non è solo difficile mantenere i contatti, ma anche tutelarli. «Quando sono tornata in Egitto – spiega – per seguire il caso di Giulio Regeni, c’era un momento di alta tensione. Avevo studiato lì, ma tutti mi dicevano che il clima era cambiato. Anche lì avevo un’interprete a cui ho chiesto di aiutarmi a trovare la casa di Giulio, che nessuno sapeva dove fosse. Siamo andate nel suo quartiere e abbiamo bussato casa per casa, mostrando una foto e chiedendo se lo avessero visto.  Alla fine siamo riusciti a trovarla. Ma in quelle occasioni, avevo paura per l’incolumità della mia interprete. Successivamente, partecipando a una manifestazione, si è accorta che la stavano seguendo. Lì ho capito che io non mi sentivo al sicuro, ma sapevo che le persone con cui lavoravo potevano essere a rischio». Una esperienza che ha vissuto anche in Siria. «La ragazza che mi ha aiutata, in quel periodo, è stata arrestata. Quando l’ho saputo, mi sono chiesta se magari fosse stata colpa mia. È davvero difficile».

Grazie alle sue esperienze, ha capito che c’è una linea sottile tra bene e male e che è difficile a volte vederla. «Nelle primavere arabe si pensava che ci fosse un cambiamento. In realtà è stato molto più complicato e spesso non ci sono state chiare alternative. Non c’erano partiti con loro tradizioni. L’unico potere era la Fratellanza Musulmana che si basava sulla religione e l’assistenza sociale. Erano l’unica alternativa al dittatore. Il problema è proprio questo: non è detto che ci sia un’alternativa migliore, ma non significa che il sistema vada bene».

Insomma è proprio vero che ognuno di noi vorrebbe «che ci fossero buoni o cattivi, ma trovarli è davvero complicato».

 

Ilaria Quattrone

Mi chiamo Ilaria Quattrone e sono nata a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, il 6 agosto del 1992. Dopo la laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali all’Università di Messina, ho collaborato con il giornale online StrettoWeb dove mi sono occupata di cronaca e politica locale e grazie al quale ho ottenuto il tesserino come giornalista pubblicista. Mi sono laureata in Metodi e Linguaggi del Giornalismo dell'Università di Messina con il massimo dei voti e poi ho iniziato il master in giornalismo alla IULM. Da settembre a ottobre 2019 ho realizzato uno stage nella redazione dell'agenzia di stampa Adnkronos dove mi sono occupata di economia, politica e cronaca. Ho una passione per la cronaca giudiziaria e la politica, ma grazie al master ho iniziato a interessarmi al mondo del videogiornalismo e dei web reportage. Il mio sogno è di diventare giornalista d'inchiesta.

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