Vittorio Rizzi, il passato e le responsabilità del nuovo capo dei Servizi segreti

Vittorio Rizzi

«Vi confermo che abbiamo deciso di nominare il prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore Aisi che prenderà il posto di Elisabetta Belloni». Questo il grande annuncio della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa di fine anno. A seguire si è tenuto il Consiglio dei Ministri, dove la nomina è stata formalizzata. L’insediamento del nuovo capo del Dis, il Dipartimento informazioni per la sicurezza della Repubblica, avverrà il 15 gennaio nel quartier generale dell’Intelligence nazionale, a Roma. Rizzi è «un funzionario dello Stato di primo ordine» ha aggiunto la premier, ricordandone i successi riconosciuti in Italia e all’estero. 

Chi è il nuovo capo del Dis?

Nato a Bologna nel 1959, Vittorio Rizzi si è sempre distinto per la lotta contro la violenza sulle donne e per la tutela dei diritti umani. Ma anche per il suo sapere. Autore di saggi e manuali sull’investigazione, nel suo curriculum vanta due lauree: una in giurisprudenza alla Federico II di Napoli e una in scienze delle pubbliche amministrazioni a Catania. È anche professore di criminologia al dipartimento di Psicologia della Sapienza e di sociologia del crimine alla facoltà di scienze politiche dell’Università degli studi internazionali di Roma. 

Nel 1988 inizia la sua carriera nella Polizia di Stato. Un percorso in ascesa. Da capo della Squadra Mobile di Roma a questore dell’Aquila, fino a diventare direttore centrale della Polizia Criminale. Lo scorso settembre, poi, ha ottenuto l’incarico di vicedirettore dell’ASI, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna. 

Le indagini più famose 

Una vita piena di successi e casi di cronaca risolti. Nel 2002 fu chiamato a dirigere il gruppo investigativo “Marco Biagi” con cui individuò i terroristi delle nuove Brigate Rosse, responsabili dell’omicidio del giuslavorista avvenuto in pieno centro a Bologna, davanti alla sua porta di casa. Non meno importante è stata la creazione del team cold case, nella Squadra mobile di Roma. Qui, grazie a sistemi informatici avanzati, ha ripreso in mano i fascicoli dei casi irrisolti, riuscendo a individuarne i colpevoli. Tra tutti, due sono stati i più eclatanti: il rapimento con delitto di Maria Scarfò, nel quartiere Quadrato di Roma, e l’assassinio della Contessa Albertica Filo della Torre, più comunemente noto come il delitto dell’Olgiata

A lui si deve anche l’arresto dell’angelo della morte, l’infermiere Angelo Stazzi, condannato all’ergastolo per aver ucciso, oltre all’ex compagna Maria Teresa Dell’unto, sette anziani ricoverati nella casa di risposo a Sant’angelo Romano.

Le nuove responsabilità
Elisabetta Belloni
Elisabetta Belloni, ex capo del Dis

Dopo le dimissioni di Elisabetta Belloni, avvenute cinque mesi prima della fine del suo mandato, Vittorio Rizzi entrerà nel palazzo bianco in piazza Dante, sede dei Servizi Segreti italiani. Un ruolo ricco di responsabilità. Il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza è l’organo su cui fanno affidamento il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l’Autorità Delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano. Questo funge da tramite per lo scambio di informazioni necessarie a garantire la sicurezza nazionale, verificando le attività delle agenzie AISE (Agenzia informazioni e sicurezza estera) e AISI (Agenzia informazioni e sicurezza interna) e delle Forze di polizia. 

Uno dei suoi compiti è quello di raccogliere le analisi e i rapporti formulati dagli enti di ricerca, per poi condividerli con amministrazioni pubbliche o private interessate al loro acquisto. Ma è sempre il capo della Dis, d’intesa con AISE e AISI, a stabilirne il piano di acquisizione.

In ultimo, Rizzi avrà l’incarico di gestire e garantire attività di promozione e diffusione della cultura della sicurezza, vigilando sulla corretta applicazione delle disposizioni emanate dal Presidente del Consiglio sulla tutela del segreto di Stato e della documentazione classificata

A cura di Alyssa Cosma

No Comments Yet

Leave a Reply