VENEZUELA, LIBERATO ALBERTO SCHIAVO L’IMPRENDITORE IN CARCERE DAL 2020

Dal Venezuela un segnale di cambiamento. È stato liberato Oreste Alfredo Schiavo, imprenditore 67 enne italo-venezuelano detenuto dal 2020 nel carcere di El Helicoide. Struttura di Caracas in cui sono rinchiusi alcuni detenuti politici e con camere di tortura. Schiavo è in volo per Roma con un aereo di linea e dovrebbe arrivare alle 17 di oggi, martedì 6 maggio.

La storia di Schiavo

L’8 giugno 2020 la vita di Schiavo cambiò radicalmente. Gli agenti del Sebin, il Servicio bolivariano de Inteligencia nacional bussarono alla sua porta per sottoporlo a un interrogatorio condotto da un alto ufficiale dei servizi del presidente venezuelano, Nicolas Maduro. Dopo quattro giorni la condanna: Schiavo venne trasferito in carcere con l’accusa di presunto coinvolgimento in un tentativo di golpe, del 2019, per deporre il leader. La cosiddetta operazione «Gedeone». Il futuro non ha riservato a Schiavo un destino migliore, infatti nel maggio 2024 fu condannato in primo grado a 30 anni. L’imprenditore sarebbe stato colpevole di associazione a delinquere, finanziamento del terrorismo e tradimento. A ciò si aggiunse la malattia grave che colpì Schiavo in quei quattro anni.

Nicolas Maduro, presidente del Venezuela
Infine la liberazione

Non sembrava esserci una soluzione, nonostante i tentativi fatti dalle Nazioni unite, dalle associazioni umanitarie venezuelane e dalla Farnesina. E poi l’inaspettato. Ieri, lunedì 5 maggio, grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio, associazione cattolica di volontariato, Schiavo è stato liberato e consegnato poi agli operatori. «Ringrazia il presidente della Repubblica, Nicolas Maduro, per aver concesso la liberazione, con un atto di sua propria liberalità per ragioni umanitarie» afferma la Comunità. Alla guida dell’operazione Gianni La Bella, funzionari dell’ambasciata e del consolato d’Italia, la Farnesina e Rafael La Cava, ex ambasciatore venezuelano a Roma. Infine, Schiavo è stato portato in una clinica per accertamenti medici.

Alberto Trentini, cooperante arrestato a novembre per accuse di cospirazione e recluso a El Rodeo
I prigionieri politici in Venezuela

Il caso di Schiavo è visto come una prima apertura del governo Maduro, noto per l’estrema repressione attuata. Dal 2014 in Venezuela si sono contati oltre 18 mila detenzioni per cause politici e ad oggi sono 900 i prigionieri politici, di cui sette con cittadinanza italiana. La storia di Schiavo non è nota come quella di Alberto Trentini, cooperante arrestato a novembre per accuse di cospirazione e recluso a El Rodeo, il carcere simbolo delle violazioni dei diritti umani. In condizioni simili anche gli italo-venezuelani Juan Carlos Marrufo Capozzi, ex militare, e Hugo Marino, investigatore aeronautico. In carcere entrambi dal 2019. La liberazione di Schiavo si inserisce nel processo di distensione tra Stati Uniti, El Salvador e Venezuela, che ha permesso lo scambio di 252 prigionieri politici per deportati venezuelani incarcerati al Cecot, il Centro de confinamiento del terrorismo di San Salvador.

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