VENDITA DEL GRUPPO GEDI LA “STAMPA” IN SCIOPERO

Giovedì 11 dicembre il quotidiano La Stampa non uscirà e il sito non sarà aggiornato. I giornalisti protestano contro il tentativo della proprietà, la famiglia Elkann, di vendere il gruppo editoriale GEDI, di cui fanno parte anche Repubblica, HuffPost e le radio Deejay, Capital e m2o.

GLI ATTUALI PROPRIETARI

GEDI è degli Agnelli dal 2019 ed è parte della loro società Exor, con sede legale in Olanda. Al suo interno ha molte altre imprese oltre al gruppo editoriale, tra cui l’azienda automobilistica Stellantis. Negli ultimi anni le tensioni tra la proprietà e la redazione, in particolare quella di Repubblica, sono state molte. Nel settembre 2024 i giornalisti hanno indetto uno sciopero di due giorni contro le ingerenze dell’editore. “Da tempo denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale” aveva scritto in un comunicato l’assemblea di redazione. Ma a pesare sulla decisione di vendere GEDI è anche l’insoddisfazione nei confronti di un settore, quello dei quotidiani, in difficoltà da anni e con vendite in calo.

LA VENDITA

Da qui la decisione di vendere il gruppo editoriale. Una decisione presa, secondo il Cdr della Stampa, “dopo lunghi mesi di trattative sempre smentite dall’azienda”. GEDI sta trattando con Antenna, di proprietà dei greci Kyriakou. Famiglia di imprenditori attivi nei settori dei media, delle navi, della finanza e degli immobili.

E sul futuro della Stampa pesa un’altra incertezza. Il quotidiano infatti potrebbe essere l’unico a passare a NEM, un gruppo editoriale che aveva già acquistato da GEDI alcuni quotidiani del nord-est. “Non è stata data alcuna garanzia sul futuro della testata, – spiega ancora il Cdr – sui livelli occupazionali, sulla solidità del potenziale compratore, sui destini delle attività messe in comune a livello di gruppo, dalle infrastrutture digitali alla produzione dei video, e quindi senza nessuna garanzia di poter continuare a svolgere il nostro lavoro così come abbiamo fatto fino a oggi”.

Nello stesso giorno in cui i giornalisti della Stampa scioperano, quelli di Repubblica si sono riuniti in assemblea e hanno dichiarato l’inizio dello stato di agitazione permanente. Anche per loro la critica è nei confronti della “cessione ad un gruppo straniero che non ha presentato un piano industriale né un programma di rilancio” hanno scritto i giornalisti in un documento approvato in assemblea.

Chiara Brunello

Sono laureata in comunicazione, media e pubblicità all'Università Iulm. Mi interesso di cronaca nera, politica interna ed estera.

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