«E’ stato veramente vergognoso». Questo il commento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in relazione alle accuse del suo ex legale Michael Cohen. Ha mentito il 95% delle volte». Il tycoon ha parlato da Hanoi, dov’era impegnato nel vertice sulla denuclearizzazione della penisola coreana con Kim-Jong Un, leader della Corea del Nord.
Cohen, che per 12 anni ha lavorato come legale di Trump, prima seguendo i suoi affari immobiliari e poi come avvocato personale, ha parlato per 6 ore davanti alla Commissione di sorveglianza della Camera. La testimonianza è stata trasmessa in diretta televisiva su Cnn, Abc, Nbc, Cbs e online sui siti dei giornali. Lo share registrato è stato altissimo. Sono stati infatti decine di milioni gli americani incollati agli schermi.
A partire da maggio, l’ex legale dovrà scontare tre anni di carcere, accusato di falsa testimonianza al Congresso, di evasione fiscale e di aver comprato, su indicazione di Trump, il silenzio della pornostar Stormy Daniels e della coniglietta di Playboy Karen McDougal a proposito delle relazioni extraconiugali che l’allora candidato presidente avrebbe avuto con loro. Non avendo niente da perdere, Cohen ha deciso di mettere pubblicamente in luce tutti i punti penalmente rilevanti delle attività del presidente Usa. «Un mese fa avevo rimandato la mia testimonianza per timore delle ripercussioni di Trump sulla mia famiglia» ha affermato.
Oltre agli assegni da migliaia di dollari pagati a Daniels e McDougal, durante la testimonianza Cohen ha dichiarato anche che fu Trump a ordinagli di mentire al Congresso sulle trattative per costruire la Trump Tower a Mosca. Il presidente avrebbe infatti mandato il suo legale in Russia per offrire un attico da 50 milioni di dollari nella sua torre al presidente russo Vladimir Putin.
Riguardo invece alle trattative finanziarie del tycoon, Cohen ha confermato che Trump avrebbe falsato i suoi conti per ottenere più soldi dalla Deutsche Bank, uno dei pochi istituti di credito che lo aiutava a finanziare i suoi progetti immobiliari e le sue acquisizioni.
Le accuse sono proseguite poi sul caso WikiLeaks e sui rapporti con gli hacker russi per manipolare le elezioni del 2016. Secondo il legale, Trump sapeva che WikiLeaks e il suo fondatore Julian Assange avrebbero diffuso le e-mail rubate al Comitato elettorale democratico, anche se su questo punto ammette di non avere prove concrete.
«L’unica cosa su cui non ha mentito è sulla mancata collusione tra me e la Russia» commenta Trump dal vertice vietnamita «Mi chiedo come mai non abbia mentito anche su questo, come ha fatto su ogni altra cosa».