Sarà Jeffrey Rosen il prossimo vice alla Giustizia: è lui l’uomo scelto da Donald Trump per l’incarico, come confermato dalla nomina emessa dal presidente americano.
Rosen, che attualmente occupa la posizione di viceministro dei Trasporti, è un legale che ha servito per anni ai più alti livelli del governo e del settore privato: un curriculum che gli vale grande considerazione da parte delle alte sfere americane.
Lo stesso William Barr, attuale Procuratore Generale degli Stati Uniti e recentemente confermato ministro della Giustizia dall’amministrazione Trump, si è espresso a favore di Rosen. «La sua esperienza legale e manageriale – ha affermato Barr – lo rende una eccellente scelta per sostituire il vice ministro Rod Rosenstein, che ha servito per anni al dipartimento di Giustizia con dedizione e distinguendosi». Rosenstein, secondo le previsioni, dovrebbe abbandonare l’incarico a marzo proprio in favore di Rosen, ma la nomina di quest’ultimo dovrà prima essere approvata dal Senato americano.
Nonostante i numerosi anni di servizio al Governo, Rosen non vanta nessuna esperienza diretta all’interno del Dipartimento di Giustizia, il che rende la sua candidatura abbastanza inusuale: era già stato proposto come giudice federale nel 2008 dal presidente repubblicano George W. Bush, ma la nomina era stata respinta proprio dal Senato, che al tempo era di maggioranza democratica.
Rosen ha supportato apertamente un numero di candidati repubblicani in passato, ma dai registri federali emerge che non avrebbe finanziato in alcun modo la campagna di Trump. Ciononostante, più persone hanno ricondotto la scelta del Tycoon alla vicinanza all’ala repubblicana dell’ex vice ai Trasporti.
Questa nuova nomina subentra inevitabilmente in un discorso più ampio. Il Dipartimento di Giustizia soprassiede a numerose investigazioni federali, tra le quali il caso Russiagate: dopo che l’ex Procuratore Generale Jeff Sessions aveva lasciato il posto, il coordinamento delle indagini era spettato proprio a Rod Rosenstein.
Le dimissioni di quest’ultimo, in verità, erano previste fin dal momento della conferma di Barr. Recentemente, l’ex Direttore del FBI Andrew McCabe aveva svelato un altro retroscena ai microfoni della CBS: Rosenstein, nei mesi scorsi, sarebbe stato pronto a invocare il 25esimo Emendamento della Costituzione per sollevare Trump dalla carica presidenziale.