L’americana Ann Johnson, 48 anni, ha riacquistato la parola grazie all’intelligenza artificiale e a un avatar digitale. Quasi due decadi fa rimase paralizzata a causa di un ictus che la privò della capacità di parlare.
Un grandissimo successo raggiunto dai ricercatori dell‘Università della California a San Francisco e dell’Università di Berkeley, raccontato alla rivista scientifica Nature.
Si parla di primato mondiale, come riporta il New York Times, nella traduzione di segnali cerebrali in linguaggio ed espressioni facciali.
Lo studio
Una ricerca che secondo gli scienziati rappresenta un tassello fondamentale del settore scientifico, in particolare della sfera legata al mondo delle neuroscienze e dell’IA. Un avanzamento che porta a sperare nella possibilità di permettere anche ad altri pazienti di tornare ad esprimersi a parole.
Come si evince dalla ricerca pubblicata sulla rivista Nature, per attirare lo studio sono stati utilizzati degli elettrodi che hanno decodificato i segnali cerebrali della Sig.ra Johnson mentre lei, mentalmente, tentava di pronunciare alcune frasi.
Per svolgere tutte le procedure, i ricercatori hanno collegato l’impianto alla testa di Ann Johnson, per poi, da lì, essere attaccato a un computer. La donna ha potuto selezionare l’avatar cercando quello che più le somigliasse.
La tecnologia utilizzata, poi, ha tradotto tutti gli imput in linguaggio scritto e vocale. Inoltre, le strumentazioni utilizzate hanno permesso a un avatar proiettato sullo schermo di un computer di pronunciare le parole pensate dalla donna e di mostrare le espressioni facciali connesse al senso delle frasi.
Di nuovo “una persona completa”
«Mi ha fatto sentire di buono una persona completa», ha raccontato Anne Johnson.
Il capo della squadra di studiosi, nonché Direttore di Chirurgia Neurologica all’Università della California di San Francisco, Edward Chang, ha sottolineato che il lavoro è stato improntato sul tentativo di «cercare di ripristinare chi sono le persone».
Gli strumenti tecnologici a disposizione hanno tradotto tutti gli imput in linguaggio scritto e vocale. Inoltre, le strumentazioni utilizzate hanno permesso a un avatar proiettato sullo schermo di un computer di pronunciare le parole pensate dalla donna e di mostrare le espressioni facciali connesse al senso delle frasi. La voce è stata sviluppata basandosi su quella della Sig.ra Johnson, esaminando un video del brindisi del matrimonio della donna per ricostruire il suo timbro vocale.