Boy Scouts of America, una delle organizzazioni più antiche degli Stati Uniti, ha presentato un’istanza di fallimento. L’accusa che gli è stata mossa è di aver coperto per anni abusi contro giovani da parte dei capi-scout.
Fondata nel 1910, l’organizzazione americana conta, secondo quanto riportato dal New York Times, circa 2.4 milioni di giovani partecipanti, registrando nel 2016 più di 12 mila casi di abuso. A renderlo noto fu Janet Warren, professoressa della University of Virginia, ingaggiata dall’associazione per un periodo di cinque anni.
«La Bsa si preoccupa profondamente di tutte le vittime di abusi e si scusa sinceramente con tutti coloro che sono stati danneggiati durante il loro periodo in Scouting. Siamo oltraggiati che in tutto questo tempo alcuni individui abbiano approfittato del nostro programma per fare danno a bambini innocenti», ha dichiarato l’amministratore delegato Roger Mosby.
L’ORGANIZZAZIONE DICHIARA BANCAROTTA
Lunedì 17 febbraio, i Boy Scouts of America hanno depositato presso il tribunale federale dello stato del Delaware un documento in cui viene dichiarata la situazione di bancarotta necessaria per poter compensare tutte le vittime di abusi, come dichiarato nella lettera aperta pubblicata dal presidente nazionale dell’organizzazione, Jim Turley. Si parla di un passivo che si aggira tra 100 e 500 milioni di dollari.
«Voglio che voi sappiate che vi crediamo, crediamo nel risarcimento, e abbiamo messo in atto programmi per pagare la consulenza a voi e alle vostre famiglie». Ha dichiarato Turley rivolgendosi alle vittime degli abusi.
L’organizzazione in tribunale ha fatto ricorso al “Chapter 11”, che consente di riunire tutte le cause in un unico tribunale e avviare un negoziato per il patteggiamento. Sono infatti circa 300 le cause legali per cattiva condotta sessuale da parte di dipendenti e volontari, come riporta l’Huffigton Post.
The national organization of the BSA filed for Chapter 11 bankruptcy in order to equitably compensate victims who were harmed during their time in Scouting and ensure Scouting’s future. Scouting continues and local councils have not filed for bankruptcy. https://t.co/sj4TRXkzp1.
— Boy Scouts – BSA (@boyscouts) February 18, 2020
IL “PERVERSION FILE” PUBBLICATO NEL 2012
Nel 2012 vennero pubblicati in America migliaia di documenti racchiusi nel cosiddetto Perversion File, l’archivio dedicato agli abusi sessuali da parte di esponenti americani dei boy scout. Secondo le pubblicazioni risultava che l’organizzazione americana avesse coperto per decenni migliaia di violenze sui ragazzini da parte dei capi-scout.
«Gli abusi sessuali sui minori si nutrono del non-detto e del segreto. Questi dossier sono senza dubbio l’esempio più completo che abbiamo di questa realtà nascosta» dichiarò al tempo dei fatti l’avvocato Kerry Clark.