Il Massachussetts Institute of Tecnology di Cambridge (MIT) è la migliore università al mondo. Lo dice la classifica stilata da QS, azienda britannica specializzata in educazione. Per il 2023 è in vetta al World University Ranking, una graduatoria stilata su sei indicatori: reputazione accademica, dei datori di lavoro, rapporto docenti/studenti, citazioni per facoltà, rapporto docenti/studenti internazionali.
Al secondo posto del QS World Ranking c’è l’University of Oxford, sul grandino più basso del podio c’è Stanford University, pari merito con l’University of Cambridge. Dominano i primi posti della graduatoria gli atenei britannici e statunitensi. Il primo europeo nella top 10 è l’Imperial College London.
Il primo ateneo italiano in classifica è il Politecnico di Milano al 139esimo posto. Nella graduatoria per singoli dipartimenti è entrata nella top 10 mondiale in Architettura e Design e nella top 20 in Ingegneria. Ha comunque recuperato tre posizioni rispetto al ranking dello scorso anno. La seconda italiana è l’Università di Bologna, attualmente in 167esima posizione: in calo di un posto rispetto alla classifica precedente. Segue la Sapienza di Roma ferma al 171esimo posto, nonostante negli studi classici sia più avanti di Cambridge e Oxford. L’Università di Padova è al 242esimo posto, gli unici atenei italiani nella top 300.
Italia bene nella ricerca, da migliorare l’attrattività per l’estero
Dei 41 atenei italiani classificati sei hanno migliorato la loro posizione, 14 sono rimasti stabili e 21 sono peggiorati. Un dato importante per il nostro Paese che emerge è che il sistema universitario italiano è terzo per le ricerche prodotte e pubblicate sul tema della pandemia, solo dietro a Stati Uniti e Cina.
Il Politecnico di Milano si conferma per l’ottavo anno l’università più quotata in Italia, mentre quello di Torino è il più apprezzato da chi assume. Bologna conquista la massima reputazione tra gli accademici: 73esima al mondo, a ruota la Sapienza. L’Italia arranca sull’attrattività per docenti e studenti dall’estero (solo 4 atenei nella top 500, tra cui Trento e Ca’ Foscari) e sulla didattica. Lezioni mediamente troppo affollate, solo il San Raffaele brilla con la 30esima posizione al mondo.
Sulla ricerca e sul suo impatto l’Italia ha ben 26 atenei nella top 400 ed è dunque settimo Paese per produzione, sesto per numero di citazioni, con 8 università tra le prime 200 capaci di fare network internazionali tra i cervelli.