«Dovete stare a casa», è questo l’imperativo con cui il Primo Ministro inglese Boris Johnson ha dato inizio al lockdown del Regno Unito. La chiusura di tutte le attività non essenziale è stato annunciato nella sera del 23 marzo dopo che il Regno Unito ha raggiunto i 6700 contagiati e 336 vittime a causa della pandemia di coronavirus.
La scelta precedente
Una virata di rotta drastica rispetto al discorso del 13 marzo in cui aveva annunciato ai suoi concittadini che «molti perderanno i propri cari prima del tempo». Allora il governo del Regno Unito voleva uscire dall’emergenza pandemica non attraverso il contenimento, via scelta dall’Italia e da altri governi d’Europa, ma con l’immunità di gregge. Per raggiungerla il 60% della popolazione inglese sarebbe dovuta essere contagiata. Questa scelta però avrebbe comportato un grande numero di perdite umane, motivo per cui la via di Johnson aveva destato molte critiche.
Cambio di rotta
16 marzo però Johnson fa già retromarcia sull’immunità di gregge. Commenta l’aumento dei contagi nel Regno Unito facendo riferimento alla necessità di “adottare misure draconiane”. Il Paese si prepara a seguire le orme dell’Italia, ma nel frattempo invita i cittadini inglesi a stare a casa e non affollarsi. L’invito è rivolto in particolar modo agli over 70, la fascia più fragile e più soggetta a gravi conseguenze, se contagiati.
Il 20 marzo annuncia che i dipendenti di pub, ristoranti, palestre e tutti gli esercizi che saranno soggetti a chiusura riceveranno l’80% dello stipendio, fino a 2500 sterline, più o meno l’equivalente di 3000 euro.
Il discorso di Johnson
«Il coronavirus è la peggiore minaccia a cui il Paese si trova a fronteggiare da decenni, ma non siamo soli, tutto il mondo è devastato dai suoi effetti», inizia cosi il Primo ministro inglese il suo discorso alla popolazione, dove ricorda come anche Stati con un eccellente sistema sanitario si stiano trovando in grave difficoltà.
«È molto semplice», continua Johnson, «se molte persone si dovessero ammalare contemporaneamente l’NHS (il sistema sanitario inglese) rischia il collasso. Questo vuol dire che molte altre persone moriranno, non solo per il coronavirus.»
Parlando alla nazione il primo Ministro ha ribadito quanto sia vitale bloccare il diffondersi del virus: «Per questo questa sera do alla popolazione inglese delle semplici istruzioni: dovete stare a casa».
Le direttive
Quello che nei giorni precedenti era stato solo un invito si è quindi trasformato in un ordine. Il primo Ministro ha scelto di fare questo ulteriore passo anche in seguito al comportamento dei cittadini nel week end che ha preceduto il discorso del 23 marzo. Con il bel tempo infatti erano stati molti i cittadini inglesi che si erano riversati nei parchi, dopo che erano stati chiusi i pub, creando molti assembramenti.
Quindi Johnson ha cercato di essere chiaro: «Se un amico vi chiede di uscire insieme dovete rispondergli semplicemente di no.»
Nel Regno Unito da oggi sono quindi aperti solo i supermercati e le farmacie. I cittadini possono uscire solo per andare a lavorare, se strettamente necessario anche se è di gran lunga preferito lo smartworking. Inoltre si può andare a fare la spesa o a comprare le medicine, riducendo comunque al minimo gli spostamenti.
Per motivi di salute, fisica e mentale, è consentito fare movimento all’aria aperta, ma una volta al giorno e rigorosamente da soli.
C’è la polizia a vigilare
L’esercito non è ancora stato coinvolto, anche se 20 mila uomini sono stati messi in allerta. A vigilare le strade saranno le altre forze dell’ordine: «Se non seguirete le regole la polizia ha il potere di imporle, incluso disperdere gli assembramenti», ha avvertito Johnson.
Le nuove linee per contrastare il coronavirus sembrano quindi ricalcare quelle italiane, ma non in tutto. Boris Johnson ha annunciato lo stop alle feste e celebrezioni, dai matrimoni ai battesimi, fatta esclusione dei funerali che, a differenza dell’Italia, sono ancora contemplati.
Un messaggio dal governo
Questa mattina gli abitanti del Regno Unito si sono svegliati con un messaggio sul cellulare da parte del governo inglese. Si ricordava loro il divieto di uscire, per aiutare il sistema sanitario e salvare delle vite. Un link, poi, rimandava a un sito per ulteriori informazioni.
La linea del Primo ministro inglese nella battaglia contro il coronavirus è quindi molto diversa rispetto a qualche giorno fa e si uniforma a quella tenuta da molti Paesi europei. E come il Presidente italiano Giuseppe Conte aveva fatto, si appella al buon senso dei suoi concittadini: «Se non seguiremo le regole migliaia di persone moriranno.»