Lente d’ingrandimento sull’Ucraina. I rapporti tra il presidente USA Donald Trump e l’ucraino Volodymyr Zelensky sembrano ripristinati. Il collante è stato il colloquio di Gedda, in Arabia Saudita. Una delegazione statunitense guidata da Marco Rubio e una ucraina con a capo Andriy Yermak si sono incontrate per otto ore consecutive. Ciò che è emerso è l’approvazione della proposta americana di una tregua di 30 giorni, sempre che anche il Cremlino accetti. Ora la palla passa a Vladimir Putin, ma quello di Gedda è stato comunque un incontro fondamentale. Dopo la cacciata di Zelensky dallo Studio Ovale, durante un dialogo con Trump e il suo vice J. D. Vance, questi nuovi trattati in Arabia Saudita segnano un punto di svolta nelle relazioni tra i due Paesi.
Le dichiarazioni
«L’Ucraina ha accettato ora si spera che anche Putin accetti l’accordo». L’ho ha detto Donald Trump dalla Casa Bianca, entusiasta del risultato delle trattative. Il presidente ha anche aggiunto che Zelensky sarà «assolutamente» invitato nuovamente a Washington. Le dichiarazioni sono arrivate dopo la nota ufficiale e congiunta delle due delegazioni. Rubio ha fatto sapere che si tratta del primo passo per arrivare a un «reale negoziato per porre fine al conflitto».
«L’ucraina è pronta per la pace. È la Russia che deve mostrare di essere pronta», ha detto Zelensky dopo un post di ringraziamenti agli Stati Uniti pubblicato su X. Si tratta di una svolta sostanziale. L’Ucraina aveva inizialmente proposto una tregua parziale. Ma gli USA hanno rilanciato, chiedendo una tregua di 30 giorni che blocchi non solo gli attacchi missilistici e dei droni ma anche gli scontri al fronte.
L’intervento europeo
L’Europa continua ad essere coinvolta. Sia la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sia il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, si sono detti felici dell’impegno statunitense. Entrambi auspicano che si tratti di un primo passo verso una «pace giusta e duratura per l’Europa e l’Ucraina». È intervenuta anche la premier italiana Giorgia Meloni. «L’Italia sostiene pienamente gli sforzi degli Stati Uniti», ha detto la presidente del Consiglio.
Tutto è avvenuto mentre il presidente Emmanuel Macron ospitava a Parigi i capi delle forze armate di 34 Paesi per passare alla pianificazione delle garanzie di sicurezza. In questa sede, i vertici si sono trovati concordi nel sostenere che qualsiasi sforzo non debba essere scollegato dall’impegno della Nato. Volutamente non è stata invitata una delegazione statunitense perché l’obiettivo, confermato da Macron, è quello di evidenziare un «reale impegno europeo».
Il fronte
Nel giorno in cui si prospetta una prima tregua, uno sciame di droni dall’Ucraina ha colpito duramente il territorio russo. Tanto che le stesse delegazioni russe hanno parlato del «più intenso attacco dall’inizio della guerra». Bloccati tutti gli aeroporti della capitale Mosca, si prospettano almeno 4 morti e 18 feriti per ora.
La logistica dell’attacco non è stata casuale. Sono stati gli stessi vertici ucraini a confermare la volontà di fare coincidere le esplosioni con i colloqui di Gedda. L’obiettivo è di obbligare Putin a considerare le trattative di pace. Anche se gli ucraini rimangono comunque in difficoltà, la fine dell’embargo dell’intelligence americana fornisce un aiuto importante.