Si riaprono le trattative per il raggiungimento di una tregua tra Ucraina e Russia. Il 24 marzo a Riad, in Arabia Saudita, si incontrano due nuove delegazioni russa e statunitense. La pace sembra ancora lontana, considerando i forti scontri tra i due fronti negli ultimi giorni. Il presidente americano Donald Trump si dice ottimista, mentre il leader del Cremlino Vladimir Putin cerca di prendere tempo. Non c’è niente di certo. Anche se Trump ha fatto sapere il 23 marzo di «volere arrivare a un accordo entro il 20 aprile». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky resta in attesa, nella speranza che si possa arrivare rapidamente a un cessate il fuoco.
Le posizioni
La delegazione russa, guidata da Dimitry Peskov, tentenna. Il Cremlino continua a rimarcare i motivi per i quali non ha accettato la prima proposta di Trump. «Grandi difficoltà fra le parti», ha detto il portavoce della Russia, riferendosi alle volontà dell’Ucraina e degli USA. Ciò su cui vuole concentrarsi Putin è la negoziazione della libertà di navigazione sul Mar Nero. E Peskov accusa l’Europa di rendere i concordati più complicati con il riarmo.
Gli americani sembrano gli unici collanti tra le parti. Il 23 marzo hanno incontrato una delegazione Ucraina e oggi è il turno della Russia. L’inviato statunitense Steve Witkoff sostiene che Putin «voglia la pace». Gli americani si aspettano dei progressi importanti, un primo passo verso una pace duratura. È intervenuto anche Zelensky in un discorso alla Nazione. Il presidente ha definito i trattati «molto utili e costruttivi». La popolazione ucraina pensa, invece, che la parola di Putin non sia affidabile.
Il Cremlino
La palla è nelle mani della Russia che, però, non ha alcuna fretta. «Cercheremo di sfruttare al meglio la nostra posizione di vantaggio», ha detto Peskov in un editoriale. Significa che prima di accettare la tregua di 30 giorni proposta da Trump, la Russia cercherà di ottenere quello che vuole, dilatando i tempi. Forse è per questo motivo che per i trattati è stata scelta la crème dei vertici del Cremlino.
Mosca sta prendendo tempo per una ragione specifica. Nell’ultimo mese l’esercito russo ha raggiunto diversi risultati, accettare la tregua potrebbe fare retrocedere le sorti del conflitto. Putin, che da parte sua crede di avere già vinto, non può permetterselo. Inoltre, la tregua è stata proposta dagli Stati Uniti. acconsentire metterebbe la Russia in una posizione passiva. Ma negarla completamente potrebbe indispettire Trump, ecco perché si sta cercando di prendere tempo.
La tregua?
La proposta iniziale era un cessate il fuoco completo di 30 giorni. Accordo accettato di buon grado dagli ucraini ma rilanciato dai russi. Mosca ha chiesto di limitare la tregua di 30 giorni solo agli attacchi alle infrastrutture energetiche. Altro elemento di disputa riguarda chi dovrebbe assicurare la pausa nei combattimenti.
I russi vorrebbero o qualche inviato USA o un qualsiasi Paese dei Brics. L’Ucraina necessita di un osservatore europeo. Ma l’aspetto principale del concordato è lo status finale dell’Ucraina. Zelensky ne vuole la piena sovranità. Mentre Putin vorrebbe trasformarla in uno Stato vassallo.