
Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato un incontro tra “i principali paesi europei” per discutere “di sicurezza europea”, come riportato dal ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot. La riunione avviene subito dopo la conclusione della Conferenza di Monaco e in risposta urgente alle serrate trattative tra Stati Uniti e Russia che tagliano fuori Bruxelles e Kiev.
Il rapporto privilegiato tra il presidente americano Trump e il russo Putin è cominciato con la telefonata del 12 febbraio, quando i due hanno concordato di avviare i negoziati per porre fine al conflitto con l’Ucraina. Poi durante la conferenza di Monaco il vicepresidente Usa JD Vance aveva rivolto una dura critica all’Unione Europea accusandola di “tradire i valori comuni”. Infine, l’esclusione: a Riad ci sarà un incontro tra una delegazione statunitense e una russa, mentre l’Europa verrà consultata separatamente. Ecco Trump che continua a premere sull’acceleratore, spingendo per una “tregua tra Russia e Ucraina entro Pasqua”.
La risposta da Parigi
L’accelerazione di Trump spaventa i leader europei. Macron cerca una risposta altrettanto veloce e lo fa bypassando la macchina di Bruxelles. Il vertice all’Eliseo è una proposta tutta francese per portare l’UE fuori dall’angolo e di nuovo al centro dei discorsi internazionali. Sono solo sette i paesi invitati al vertice: Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, più il presidente del Consiglio europeo Costa, la presidente della Commissione UE Von der Leyen e il segretario della Nato Rutte. L’obiettivo della mossa del leader francese è doppio. Da una parte quello di rispondere a Donald Trump: l’Europa non accetterà un passo a due russo-americano o non sarà parte di un contingente di pace. Dall’altra la richiesta urgente agli altri paesi europei di essere più operativi. Una richiesta, quest’ultima, che potrebbe tradursi in una presenza fisica dell’UE in Ucraina, sottoforma di truppe da mandare a Kiev.
I dubbi sul vertice
Il formato elitario scelto dal presidente francese fa storcere il naso a Giorgia Meloni, tanto che la sua presenza all’incontro è stata in dubbio fino alla fine. La premier avrebbe preferito una “risposta a 27” tramite un Consiglio europeo straordinario che confermasse e sottolineasse la centralità di Bruxelles. Invece sono molte le proteste degli stati esclusi, fra cui gli stati baltici e la Finlandia, che confinano con Russia e Ucraina.
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Secondo Meloni questa mossa non farebbe altro che rafforzare l’idea di Trump secondo cui l’Unione Europea è mancante di un reale centro di potere e per questo non sia un degno interlocutore. Il ministro degli esteri ungherese, Péter Szijjártó, è durissimo sull’iniziativa di Macron. Sostiene che lo scatto parigino voglia annullare gli sforzi per la pace fatti da Trump. Anche da Mosca arriva la voce del ministro degli Esteri Serghei Lavrov: «Non so cosa i Paesi europei dovrebbero fare nei colloqui sull’Ucraina». La mossa di Macron passa agli occhi di molti come il capriccio di un’Europa che si sente esclusa dai giochi.