Sono stati emessi 74 mandati di cattura da diverse procure della Turchia contro la presunta rete golpista di Fethullah Gulen, a tre anni e mezzo dal fallito colpo di stato. L’operazione più massiccia è stata ordinata dai magistrati di Konya, nell’Anatolia centrale, contro 50 persone accusate di legami con organizzazioni segrete all’interno delle forze armate.
Nella provincia occidentale di Balikesir, sono stati emessi altri 24 mandati di arresto contro funzionari pubblici e agenti di polizia, accusati di essere corrotti e infiltrati all’interno degli apparati statali per facilitare il colpo ai golpisti.
Sono stati 22 i blitz nelle province del Paese per individuare e fermare tutti gli accusati. Si tratta di un’operazione attualmente in corso la cui conclusione sembra essere lontana.
Il golpe
Il 15 luglio 2916, la Turchia ha iniziato le sue lunghe ore di paura nel corso di un colpo di stato. Il presidente Erdogan e il suo Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp) non sono fuggiti, ma hanno fatto scendere in piazza la popolazione. Migliaia di cittadini hanno invaso le strade, scontrandosi con i carri armati degli insorti.
Certo, anche allora qualcosa nel blitz non era chiaro. Ad essere coinvolta era stata Ankara, neppure Istanbul, tre volte più grande. In più, era stato ordito da ufficiali di grado relativamente basso quali colonnelli e generali. Non è stato cercato alcun appoggio preventivo da parte della popolazione o dell’opposizione che anzi, ha combattuto i colpisti più del governo vigente.