Transnistria, con l’annessione nuovi rischi per l’Ucraina

Guai in vista per l’Ucraina. La regione separatista moldava della Transnistria potrebbe chiedere a Mosca di accoglierla nei propri confini. La deliberazione di tale volontà da parte delle autorità di Tiraspol avverrà probabilmente il 28 febbraio, in occasione di una riunione del “Congresso dei deputati di tutti i livelli”.

Stretta fra la Moldavia e l’Ucraina la Transnistria è da tempo una bomba a orologeria per la regione, in virtù della storica affinità mantenuta con la Russia. Ora Putin potrebbe sfruttarla a suo favore per fiaccare ulteriormente la resistenza ucraina, colpendo Kiev da un territorio alleato.

Un altro fronte per il Cremlino

I paralleli tra la Transnistria e il Donbass si sprecano. In entrambe le aree, infatti, vivono persone di etnia russa, che hanno un legame forte con le radici sovietiche. Secondo gli analisti, è probabile che Mosca proverà ad annettere la piccola regione separatista per i propri interessi di conquista. Salvo poi giustificare la mossa politica con la motivazione della “difesa dei connazionali russi”, già usata in occasione dell’invasione dell’Ucraina nel 2014.

Mappa della Transnistria, regione separatista filo-russa tra la Moldavia e l’Ucraina

E Tiraspol sembra accondiscendere alla strategia di Putin. La convocazione del Congresso va infatti in questa direzione. L’ultima volta in cui tale assemblea venne radunata era il marzo del 2006, e in quell’occasione i separatisti avevano dichiarato di volersi svincolare da Chișinău. Non solo: la riunione del 28 febbraio assume una rilevanza particolare in quanto programmata un giorno prima del discorso che il capo del Cremlino terrà all’assemblea federale russa. Non è dunque improbabile che Putin si esprima in merito alle sorti della Transnistria durante questa conferenza.

Proxy dichiarato di Mosca, negli ultimi anni Tiraspol ha sempre più preso le distanze dal governo centrale. In particolare, il presidente della regione Vadim Krasnoselsky si è recentemente detto preoccupato «per le pressioni esercitate dalla Repubblica di Moldova, che violano i diritti e peggiorano la situazione socio-economica del popolo pridnestroviano». I cattivi rapporti con Chișinău, dunque, potrebbero incoraggiare un avvicinamento con la madre Russia: una prospettiva davvero poco augurante per Kiev in un momento di estrema difficoltà militare.

Stretta tra due mondi: la storia della Transnistria

La complessa regione fu soggetta, in antichità, ad insediamenti di daci, greci e romani. Fu dominata dalla Rus di Kiev e dal Granducato di Lituania; nel XV secolo fu sotto il controllo dell’Impero Ottomano. Sotto la dominazione della Sublime Porta la popolazione era scarsa, formata prevalentemente da moldavi e nomadi tatari. Alla fine del XVIII secolo, conclusa la guerra Russo-Ottomana del 1787-1792, l’area fu ceduta dai turchi all’Impero Russo.

Le autorità zariste iniziarono immediatamente un’opera di colonizzazione, che portò ad un notevole cambiamento demografico. Con la scusa di difendere il confine sudoccidentale dell’Impero, vennero creati insediamenti di russi, ucraini e tedeschi baltici. Tuttavia, la maggioranza della popolazione rimaneva di madrelingua rumena.

Il 2 agosto 1940 fu istituita, per decisione del Soviet Supremo dell’Urss, la Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia. Era formata da due parti: la Bessarabia (strappata alla Romania il 18 giugno, come previsto dal patto Molotov-Ribbentrop, che faceva rientrare quell’area nell’influenza sovietica) e una striscia di terra sulla sponda del fiume Nistro, l’attuale Transnistria. Nel 1941 l’area venne brevemente invasa dalle forze rumene, alleate dell’Asse, durante l’operazione Barbarossa.

Soldati della Wehrmacht avanzano in territorio sovietico a seguito dell’invasione

Dopo essere stata riconquistata dall’Armata rossa, nel 1944, fu oggetto di una robusta opera di russificazione, ancora più dura di quella del periodo zarista. La lingua rumena, di origine neolatina, venne scritta utilizzando l’alfabeto cirillico; in generale, l’uso del russo venne incoraggiato dal punto di vista amministrativo e culturale. Durante questa fase storica nasce una delle caratteristiche che distinguono la Transnistria dal resto del territorio moldavo, ovvero la sua industrializzazione. Infatti, mentre il resto della Moldavia rimase prevalentemente agricolo, la piccola striscia a confine con la Repubblica Sovietica Socialista d’Ucraina venne dotata di industrie pesanti seguendo le linee guida del Cremlino.

Gli attuali rapporti con la Russia

Durante gli anni Ottanta, con l’avviarsi della perestroika, in tutti i territori sovietici vi è una rinascita culturale dei gruppi etnici non russofoni. La lingua rumena ricomincia ad essere scritta utilizzando l’alfabeto latino e le problematiche sociali della caduta dell’Urss fanno rinascere il nazionalismo. Il 2 settembre 1990 viene proclamata la Repubblica Moldava di Transnistria e il governo moldavo chiese alle autorità di Mosca di ritirare le proprie truppe dall’area, permettendo così una totale indipendenza. Le forze della 14° armata russa rimasero sul territorio e combatterono a fianco dei separatisti della Transnistria. L’esercito moldavo si trovò in una situazione di inferiorità numerica e di mezzi. Un cessate il fuoco fu stabilito il 21 luglio 1992.

Nonostante questo, Mosca ha continuato ad armare e supportare le forze separatiste, complicando così i rapporti con la Moldavia, che tutt’oggi risultano tesi. Nei primi anni 2000 vennero avanzate una serie di proposte per cercare di mettere fine alle tensioni: un esempio fu il piano, ideato nel 2005 dall’allora premier ucraino Viktor Juscenko, secondo il quale l’eventuale separazione della Transnistria dal territorio moldavo sarebbe stata possibile con un negoziato ed elezioni libere.

Il presidente della Transnistria Vadim Krasnoselsky, in carica dal 2016

Proposta che però non verrà mai applicata. Nel 2006 il presidente della regione Vadim Krasnoselsky ha approvato un referendum che chiedeva l’ingresso della Transinistria all’interno della Federazione Russa. Questa richiesta venne nuovamente formulata nel 2014, successivamente all’annessione della Crimea da parte del Cremlino. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina la situazione sì è ulteriormente irrigidita. Le provocazioni dei servizi segreti del Cremlino hanno cercato di destabilizzare ulteriormente i rapporti tra la Transnistria e la Moldavia.

 

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

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