Le forze dell’ordine di Torre del Greco hanno ottenuto il consenso a eseguire 14 misure cautelari con l’accusa di compravendita di voti nell’ambito delle elezioni amministrative 2018, in cambio di posti di lavoro, generi alimentari o di denaro contante. Somme che variavano dai 20 ai 35 euro. Ad essere coinvolti anche due consiglieri comunali, uno agli arresti domiciliari e l’altro con divieto di dimora in Campania.
Secondo l’accusa, dietro la vicenda si cela un gruppo criminale. Agli indagati, i carabinieri di Torre del Greco e il gip di Torre Annunziata, contestano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio elettorale, attentati contro i diritti politici del cittadino, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra.
Dalle indagini risulta che uno dei candidati, eletto poi consigliere comunale, in cambio di voti avrebbe fatto assumere a tempo determinato cinque persone in una ditta appaltatrice del servizio di pulizia urbana, a cui era seguita la promessa di ingaggio a tempo indeterminato in cambio del loro voto e di quello dei familiari. Un altro candidato, anch’egli eletto consigliere, è accusato invece di favoreggiamento e rivelazione di segreto di ufficio per aver divulgato l’informazione di un controllo delle forze dell’ordine ad alcune persone che compravano voti di fronte a un seggio elettorale.
Coinvolto nell’inchiesta anche il responsabile di una onlus locale, che sarebbe riuscito a dirottare pacchi di generi alimentati con la sigla Unicef, ma che venivano in realtà distribuiti in cambio di voti.