Dopo le contestazioni ricevute, Matt Gaetz ha rinunciato all’incarico di ministro della Giustizia nella prossima amministrazione Trump. Il presidente eletto ha provveduto a nominare immediatamente un sostituto. Si tratta di Pam Bondi, fedele alleata di Trump e già procuratrice generale della Florida.
Il ritiro di Matt Gaetz
Matt Gaetz non ricoprirà l’incarico di Procuratore generale degli Stati Uniti. Lo ha annunciato lui stesso il 21 novembre con un post su X. « È chiaro che la mia conferma stava diventando una distrazione per il lavoro della transizione Trump-Vance – scrive –. Non c’è tempo da perdere per una battaglia prolungata a Washington ed è per questo che ritiro il mio nome dalla corsa a ministro della Giustizia». Il futuro presidente degli Stati Uniti, che aveva personalmente indicato Gaetz come prossimo Procuratore Generale, accoglie così il suo ritiro: «Apprezzo i recenti sforzi di Gaetz nel cercare di essere confermato ministro della Giustizia. Stava facendo bene, ma allo stesso tempo non voleva essere una distrazione per l’amministrazione. Cosa che rispetto. Matt ha un grande futuro e non vedo l’ora di assistere alle grandi cose che farà».
Le accuse a Gaetz
Questo passo indietro arriva dopo le numerose polemiche che lo hanno travolto dopo l’annuncio di Trump della sua intenzione di nominarlo ministro della Giustizia. Gaetz infatti è stato, ed è tuttora, al centro di numerose indagini. La prima ha inizio nel 2021, per accuse quali molestie sessuali e uso di droghe illegali. L’inchiesta si è conclusa con le sue dimissioni da deputato. Dal 2021 al 2023 Gaetz è stato sottoposto ad un’altra indagine da parte del dipartimento di Giustizia, lo stesso che avrebbe dovuto guidare. L’ipotesi di reato è di tratta di minorenni a scopo sessuale. Lui si è sempre dichiarato innocente, proclamandosi vittima di una giustizia politicizzata, e l’indagine si è chiusa senza la formulazione di accuse formali nei suoi confronti.
È proprio su questa indagine che il New York Times ha pubblicato il 20 novembre un articolo in cui rivela che l’Fbi avrebbe tracciato migliaia di dollari come pagamento da parte di Gaetz e alcuni amici verso diverse donne in cambio di sesso. Tra queste una ragazza che all’epoca aveva 17 anni e altre due donne hanno testimoniato di essere state pagate 10mila dollari in cambio di prestazioni sessuali. Questa rivelazione arriva alcune ore dopo la decisione della commissione etica della Camera di non rivelare i contenuti dell’inchiesta su Gaetz. «Sta andando alla grande. I senatori mi hanno dato molti buoni consigli. E’ un grande giorno per l’amministrazione Trump-Vance», ha dichiarato subito dopo l’ex deputato.
Una sostituta di alto profilo e una fedele alleata
A poche ore dallo stop di Gaetz, Trump ha prontamente comunicato chi ne prenderà il posto. Con un post su Truth, il presidente eletto ha annunciato che la guida del dipartimento di Giustizia sarà affidata a Pam Bondi, 59 anni, già Procuratrice generale della Florida. «Pam è stata procuratore per quasi vent’anni – ha spiegato Trump –, nei quali è stata molto dura contro i crimini violenti, rendendo le strade sicure per le famiglie della Florida». «Prima Procuratrice generale donna della Florida – ha aggiunto –, ha lavorato per fermare il traffico di droghe letali, e ridurre le tragiche morti per overdose da Fentanyl». Trump ha poi ricordato l’«incredibile lavoro» svolto da Bondi alla Commissione contro gli oppioidi, durante il suo primo mandato da presidente.
A differenza di Gaetz, dunque, Pam Bondi si presenta come una persona quantomeno qualificata per il ruolo che dovrà ricoprire. Tuttavia, tra le motivazioni che possono aver indirizzato il tycoon a questa scelta, va ricordata anche la lealtà che Bondi ha dimostrato nei confronti di Trump, di cui prese le difese ai tempi del primo impeachment. Inoltre, dopo le elezioni del 2020, Bondi fece parte del team che tentò di ribaltare il risultato, sostenendo presunti brogli elettorali.
Un ruolo chiave nell’amministrazione
Non c’è dubbio che il futuro presidente consideri strategica la posizione di Procuratore generale federale, l’equivalente del nostro ministro della Giustizia. In passato Trump ha dichiarato come il suo più grande errore nel primo mandato fu mettere a capo della Giustizia Jeff Sessions. Durante il Russiagate, che coinvolgeva l’elezione di Trump nel 2016, Sessions si astenne dal nominare un procuratore speciale per le indagini, nonostante fosse in suo potere. La decisione fu molto criticata dal tycoon, che nel 2018 accettò le dimissioni di Sessions.
Ora la strada per l’incarico di Bondi è già tracciata. Come già indicato da Trump, i procuratori federali – di cui Bondi è virtualmente a capo – dovranno occuparsi come priorità dei casi di immigrazione illegale. È questo un tema molto sentito nella politica americana. In campagna elettorale, Trump ha più volte promesso di dare una stretta all’afflusso di migranti, specialmente provenienti dal Messico, e già durante il suo primo mandato aveva preso decisioni in questa direzione.
In collaborazione con Chiara Brunello