Usa, via libera della Corte Suprema: in vigore il Muslim Ban di Trump

Il Muslim Ban di Donald Trump entra in vigore. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato il via libera a uno dei provvedimenti più controversi del presidente, che limita la possibilità di ingresso nel paese ai cittadini di sei paesi a maggioranza musulmana: Chad, Iran, Libia, Somalia, Siria e Yemen. Nazioni già segnalate come fonti di minacce terroristiche dal Dipartimento di Stato e dal Dipartimento della Sicurezza interna durante la presidenza Obama. Altre restrizioni riguardano la Corea del Nord e il Venezuela.

All’indomani della firma del decreto presidenziale erano arrivati i ricorsi. Molti tribunali si erano pronunciati contro il bando, ritenuto un atto di discriminazione religiosa. La Corte Suprema non è ancora entrata nel merito dell’eventuale discriminazione, ma ha preso un provvedimento temporaneo, che stabilisce che il presidente ha la facoltà di chiudere le frontiere ad alcuni stranieri se ritiene che sia necessario per la sicurezza dello Stato. La decisione è stata presa a maggioranza, 7 voti contro 2. Si sono pronunciate contro solo Ruth Bader Ginsburg, nominata da Bill Clinton, e Sonia Sotomayor, scelta da Barack Obama, che non hanno però scritto un’opinione di minoranza.

Alcuni tribunali avevano esentato dal bando alcuni stranieri provenienti dai sei paesi, ma con legami familiari, scolastici o affaristici con gli Stati Uniti. Allo stesso modo si era pronunciata la Corte Suprema in giugno, con una maggioranza di 6 a 3. La decisione di ieri sera sancisce invece l’entrata in vigore per intero dell’ordine esecutivo, anche per chi ha connessioni con gli USA.

Dopo l’approvazione al Senato della riforma fiscale, la decisione della Corte Suprema segna la seconda vittoria in pochi giorni per Trump, che si sta spendendo in questi giorni soprattutto per la campagna elettorale in Alabama. In palio ci sarà seggio occupato fino a inizio anno da Jeff Sessions, che ha dovuto lasciare dopo la nomina a ministro della Giusizia.

(MN)

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