Continua la guerra dei dazi tra Usa e Cina. Intanto Pechino non tace e afferma che lotterà «a ogni costo e prenderà contromisure ad ampio raggio se gli Usa continueranno ad adottare pratiche unilaterali all’insegna del protezionismo». A dichiararlo un portavoce del ministero del Commercio che ha però aggiunto: «Non vogliamo una guerra commerciale, ma non ne abbiamo paura». Questa è stata la reazione dopo l’annuncio del presidente americano Donald Trump, che oggi, 6 aprile, ha emanato un ordine al suo rappresentante commerciale al fine di preparare ulteriori imposte sui beni cinesi, per un valore pari a 100 miliardi di dollari. Anche la Cina non era rimasta inerme, ribattendo, giorni fa, con barriere doganali (di 50 miliardi di dollari) su più di 100 prodotti made in Usa.
Su Twitter il tycoon aveva affermato: «Non è in corso alcuna guerra commerciale con la Cina, perché quella guerra è già stata persa anni fa dagli incompetenti che rappresentavano gli Stati Uniti». Eppure se la proposta del presidente americano dovesse concretizzarsi, la quantità di merci cinesi che sarà colpita da tariffe superiori al 25% all’ingresso degli Stati Uniti triplicherebbe. Immediatamente Trump ha tentato di giustificare l’azione, citando presunte violazioni delle leggi sulla proprietà intellettuale negli Usa. «Sono state le ingiuste rappresaglie di Pechino a danneggiare i nostri agricoltori e produttori» ha poi aggiunto.
We are not in a trade war with China, that war was lost many years ago by the foolish, or incompetent, people who represented the U.S. Now we have a Trade Deficit of $500 Billion a year, with Intellectual Property Theft of another $300 Billion. We cannot let this continue!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) April 4, 2018
Ma Trump non si è scagliato solo contro la Cina, prendendo di mira anche l’Unione Europea, giudicandola contro l’America in ambito commerciale. «E’ quasi come se non potessimo fare business – ha ribadito Trump – L’Europa spedisce di tutto qui ma non vuole prendere i nostri prodotti. Non possiamo permetterlo». Parole pesanti quelle che arrivano mentre Bruxelles è impegnata nei negoziati per ottenere l’esclusione permanente dell’Unione dai dazi su acciaio e alluminio, fatti scattare da Washington il 23 marzo scorso.
Il presidente americano sembra più cauto sul Nafta (North American Free Trade Agreement), l’accordo di libero scambio tra Usa, Canada e Messico che Trump stesso ha sempre detto di voler rinegoziare. Alla posizione del tycoon ha reagito positivamente il premier canadese, Justin Trudeau, che auspica di giungere in fretta a un accordo tra le parti. (cs)