Usa 2024, a Washington DC la prima vittoria di Nikki Haley

Haley Washington DC

Un piccolo – e con ogni probabilità inutile – passo verso la Casa Bianca. Domenica 3 marzo Nikki Haley ha raccolto il primo trionfo alle primarie repubblicane. La vittoria è arrivata a Washington, la capitale formalmente riconosciuta come distretto federale (District of Columbia). La candidata, ormai unica sfidante di Donald Trump per il Great Old Party, ha così guadagnato 19 delegati.

La vittoria della bandiera?

Per Haley il vanto è di essere la prima donna a vincere una primaria repubblicana nella storia degli Stati Uniti. E di averlo fatto con un successo schiacciante su quello che è da tutti ritenuto il favoritissimo per le presidenziali del 5 novembre. Il 62.8% delle preferenze ha infatti premiato la candidata di origini indiane, contro il 33.3% per Trump. Si tratta però di una manciata delegati sui 1215 necessari per garantirsi la nomina a rappresentante del G.O.P. alle elezioni. Al momento il tycoon ha dalla sua 244 grandi elettori, Haley solo 43. Insomma, la strada è ancora lunga e molto in salita. Anche perché pochi giorni prima Trump aveva dominato i voti nelle primarie del Michigan (68.2% contro il 26.5% della sfidante). Aggiungendo altri 39 delegati al suo già ricco bottino.

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Le primarie nel District of Columbia hanno premiato Nikki Haley con il 62.8% delle preferenze

Tutto come ci si aspettava. Esattamente come era prevedibile che Haley avrebbe raccolto enormi favori nelle zone urbane degli Stati. Lo aveva fatto in South Carolina, lo ha ribadito in Michigan e ancor di più a Washington D.C. Ma d’altra parte Trump aveva ceduto il passo nella capitale anche otto anni fa, quando era stato scavalcato dal senatore floridiano Marco Rubio. «Non sorprende che i repubblicani più vicini alle disfunzioni di Washington stiano rifiutando Donald Trump e tutto il suo caos», ha commentato la stessa Haley. A lei ha risposto direttamente Karoline Leavitt, addetta stampa alla campagna di Trump: «Mentre Nikki è stata duramente respinta in tutto il resto dell’America, è stata appena incoronata Regina della Palude dai lobbisti e dagli addetti ai lavori di DC che vogliono proteggere il loro status quo fallito».

Nessuna resa per Nikki

La vittoria nel District of Columbia arriva a poche ore dall’appuntamento più importante di questa primavera. Martedì 5 marzo in 15 Stati degli Usa si terranno le primarie: Alabama, Alaska (solo G.O.P.), Arkansas, California, Colorado, Iowa (solo Democratici), Maine, Massachusetts, Minnesota, North Carolina, Oklahoma, Samoa Americane, Tennessee, Texas, Utah, Vermont e Virginia.. È il cosiddetto Super Tuesday, un crocevia fondamentale verso le convention di partito a inizio giugno. La mattina del 6 marzo saranno stati assegnati 1225 grandi elettori. E un dominio di Trump porterebbe la sua nomina a diventare quasi una formalità.

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Una mappa degli USA in cui sono colorati gli Stati che votano durante il Super Tuesday (fonte: Washington Post)

Nikki Haley ha annunciato che non ritirerà la sua candidatura. Come ha fatto intendere nel suo discorso a un comizio, la candidata è convinta di essere l’unica a poter insidiare un secondo mandato di Joe Biden. Una vittoria di Trump equivarrebbe – secondo lei – a una automatica riconferma dell’attuale P.O.T.U.S. In caso di sconfitta, Nikki non ha garantito un endorsement a Trump. «Se parli di un sostegno, stai parlando di una disfatta. Non penso che sarà così». Anche perché nella giornata di lunedì 4 marzo sarà fondamentale per il tycoon. Si attende infatti la sentenza della Corte Suprema riguardo alla sua possibilità di partecipare o meno alle primarie del Colorado. E potrebbe avere un impatto decisivo per risolvere un dubbio decisivo: potrà Trump partecipare all’elezione generale?

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