TWITTER VERSUS TRUMP, TRUMP VERSUS TWITTER

Volano stracci, oltre che tweet, tra il presidente U.S.A. Donald Trump e la società con sede a San Francisco.

Il capo della Casa Bianca proprio non ha gradito che il suo social network preferito, sul quale conta ben 80 milioni di followers,  abbia bollato come “potenzialmente fuorvianti”   i cinguettii  negativi sul voto postale alle prossime presidenziali, e ha a sua volta accusato la piattaforma di intromissione elettorale, minacciandone la chiusura.

«I repubblicani sentono che le piattaforme dei social media mettono completamente a tacere le voci dei conservatori. Faremo dei regolamenti oppure li chiuderemo perché non possiamo permettere che questo accada. Abbiamo visto cosa hanno cercato di fare, e non gli è riuscito nel 2016. Non possiamo permettere che ciò accada di nuovo, in maniera più sofisticata. Proprio come non possiamo permettere che elezioni via posta diventino un metodo radicato nel Paese»  ha tuonato il presidente.

COSA È SUCCESSO
 «Scopri i fatti relativi al voto per corrispondenza »,  è scritto in blu sotto ogni tweet.
L’IRA DEL PRESIDENTE

Lo schiaffo a Twitter non tarda ad arrivare.  Trump infatti,  replica con un ulteriore tweet scagliandosi contro il giornale di Jeff Bezos, proprietario del Washington Post oltre che di Amazon, sottolineando come sia in gioco la liberà di parola e appellandosi al primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti

 «Twitter sta interferendo nelle elezioni presidenziali 2020 – ha scritto – Stanno dicendo che la mia dichiarazione sul voto per posta, che porterà  ad una massiccia corruzione e alla frode, non è corretta, basandosi sul fact-checking delle Fake News Cnn e del Washington Post. Twitter sta completamente sopprimendo la libertà di parola ed io, come presidente, non consentirò che accada!», annunciando che « seguiranno grandi provvedimenti!». 

 

«Sapevamo che i giganti di Silicon Valley avrebbero fatto di tutto per interferire con le elezioni e impedire che il presidente possa comunicare con gli elettori», ha  commentato Brad Parscale, il capo della campagna di Trump per il voto di novembre.

RIPERCUSSIONI SULLA BORSA

Dopo le minacce la società guidata da Jack Dorsey, apre in calo a Wall Street, dove ha perso l’1,51%. Ma le parole di Trump hanno colpito, oltre Twitter,  tutti i big della Silicon Valley: Facebook cede l’1,29%, Google arretra dello 0,53%, Amazon dell’1,61% e Microsoft dell’1,29%. Si salva solo Apple che sale dello 0,27%.

 

GLI ALTRI DISSAPORI

Non è la prima volta che Donald Trump rivendica la piena libertà di parola sui social, minacciando chiusure. Sul web infatti  circola un video parodia in cui il presidente assume le sembianze di Yoda, il personaggio della saga di “Star Wars“, e con una spada decapita due figure riconoscibili come le due reti di notizie statunitensi. 

 

Twitter finora si è sempre difesa sostenendo di non poter rimuovere o censurare i leader politici perchè l’opinione pubblica ha il diritto di conoscere e valutare ogni loro dichiarazione. Ma evidentemente ora la compagnia, incalzata ripetutamente da più parti, sta aggiustando il tiro in una battaglia – quella per Usa 2020 –   che si annuncia rovente.

 

 

Benedetta Piscitelli

Mi interessano le persone, le loro storie, l’attualità raccontare fatti per creare opinioni. Dubito spesso e non mi accontento mai della prima versione dei fatti: per molti è un difetto, io provo a farne una professione. Vivo on-line frequentando gli ambienti social ma preferisco il giornalismo retrò, quello attivo tra la gente. Laureata in Scienze della Comunicazione, sono diventata giornalista pubblicista a Napoli, dove ho fatto la vera gavetta nell’emittente regionale Canale21. Qui ho imparato prima a chiudere un servizio, poi a fare collegamenti in diretta e infine a condurre il telegiornale. Dal 2018 collaboro con l’edizione casertana de Il Mattino. Attualmente sono praticante presso la Scuola di giornalismo IULM di Milano.

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