
Nella serata di giovedì 20 marzo, ci sono state altre proteste in varie città della Turchia per l’arresto di Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul messo in custodia mercoledì 19 marzo. Imamoglu, membro del Partito Popolare Repubblicano (Chp) e principale rivale di Recep Tayyip Erdogan, era prossimo alla candidatura alla presidenza per le elezioni presidenziali del 2028. È stato arrestato per corruzione e favoreggiamento di gruppi terroristici, assieme ad altri centocinque politici.
Scontri in diverse città turche
Le manifestazioni si sono tenute nelle tre maggiori città del Paese, Istanbul, Ankara e Smirne ma anche ad Adana, Mersin, Konya, Corum, Eskisehir, Antalya, Van e Sakarya. Nella capitale, in particolare, ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia vicino al comune, dove si erano date appuntamento migliaia di persone. L’iniziativa era stata promossa dal principale partito d’opposizione, Chp, di cui fa parte Imamoglu, in violazione dei divieti imposti dal governo.
Stando a quanto comunicato dal Ministero degli Interni turchi, nei tafferugli sono rimasti feriti sedici agenti. La presidenza della Repubblica ha inoltre rigettato le ricostruzioni mediatiche secondo cui gli i poliziotti avrebbero usato proiettili di gomma contro i manifestanti, dichiarando che questo equipaggiamento non è in dotazione delle forze di sicurezza.
La repressione contro l’opposizione
Gli arresti di Imamoglu e di altri seguono una grande repressione a livello nazionale. Negli ultimi il governo turco ha preso di mira politici dell’opposizione, giornalisti e figure del mondo dello spettacolo. Secondo diversi osservatori, nelle prossime settimane altri saranno interrogati nell’ambito di una campagna intimidatoria.
Esponenti dell’opposizione dicono che gli arresti hanno un movente politico. Ma mercoledì il Ministero della Giustizia ha criticato coloro che hanno collegato Erdogan agli arresti e ha insistito sulla loro indipendenza giudiziaria.
In risposta alle proteste, Erdogan ha accusato i suoi oppositori politici di teatralità per aver partecipato alla seconda notte di dimostrazioni. «Hanno perso l’equilibrio a tal punto che sono in grado di attaccare la nostra polizia, di lanciare minacce ai giudici e ai pubblici ministeri», ha detto.