Nuova linea della Casa Bianca sulla consegna di armi a Kiev: il Presidente Trump garantisce infatti che le forniture militari all’Ucraina ripartiranno. Questo accade dopo l’annuncio dei giorni scorsi sullo stop ai rifornimenti missilistici americani che aveva destato molte preoccupazioni in Ucraina. Kiev tira adesso un sospiro di sollievo ma restano dubbi su quali siano effettivamente le scorte balistiche statunitensi.
Lo scontro con Putin
La dichiarazione è avvenuta durate l’incontro a Washington con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu: “Invieremo altre armi” all’Ucraina. “Dobbiamo farlo. Devono essere in grado di difendersi. Ora vengono colpiti molto duramente” dice Donald Trump che fa così sapere che non ha alcuna intenzione di abbandonare Kiev al suo destino. Le parole del presidente statunitense sono soprattutto rivolte a Putin. Il tycoon si dice infatti molto deluso dal fatto che il Cremlino non si sia fermato. Sono infatti sempre più accesi i toni con Mosca. “Dice un sacco di s…..e, sta uccidendo troppe persone”. Per questi motivi il presidente statunitense starebbe pensando di imporre nuove sanzioni alla Russia. La notizia non è stata ben accolta da Mosca: secondo il Cremlino la strategia sarebbe “non in linea con i tentativi di promuovere una soluzione pacifica”. Al contrario “favorisce in tutti i modi la prosecuzione delle ostilità”, ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.
Le scorte americane
Se il Cremlino ha accolto la notizia con disappunto, a Kiev regna l’incertezza circa le effettive possibilità di sostegno militare da parte degli Stati Uniti. Le scorte missilistiche del Pentagono sarebbero infatti molto scarse. Proprio per garantire all’America un adeguato arsenale militare, i vertici delle Difesa degli Stati Uniti avrebbero bloccato gli aiuti militari all’Ucraina. Nel concreto, la decisione sarebbe partita da Pete Hegseth, il segretario alla Difesa americano, e da Elbridge Colby, sottosegretario del Penatgono che da tempo sostiene lo spostamento di armi dall’Europa e dal Medio Oriente verso l’Asia. Così le dichiarazioni di Trump di riarmare l’Ucraina imbarazzano i vertici del Pentagono. La Difesa Statunitense aveva presentato un provvedimento per tutelare le proprie scorte, ma il Presidente ha fatto marcia indietro dopo aver avuto un colloquio telefonico il 4 luglio con Zelensky. Ma non solo: secondo Axios avrebbe anche affermato di essere stato all’oscuro della decisone di bloccare gli aiuti, che sarebbe stata presa dal Pentagono in autonomia.
Non solo gli USA
Gli Stati Uniti sarebbero quindi pronti a inviare 10 missili intercettori Patriot all’Ucraina e, sempre secondo Axios, starebbe anche facendo pressioni alla Germania perché faccia lo stesso. Proprio Merz ha telefonato a Trump per richiedere il via libera americano sui Patriot che la Germania ha già acquistato dagli Stati Uniti ma ancora bloccati. Per tutta risposta, Trump ha suggerito l’invio in Ucraina una batteria di Patriot in dotazione all’esercito tedesco. In ogni caso, Berlino ha già inviato a Kiev più missili di qualsiasi altro paese Nato. Sia Germania sia Stati Univi affermano che, nonostante un accordo non sia ancora stato raggiunto, i negoziati per un ulteriore invio di armi sono in corso. Si mantiene così la linea di sostegno all’Ucraina da parte dei Volonterosi. Come conferma anche Macron rivolgendosi al Parlamento Britannico a Camere riunite: “Noi europei non abbandoneremo mai Kiev”.