Taiwan ha dato il via libera ai matrimoni gay. Si tratta del primo paese asiatico ad approvare una legge che garantirà alle coppie dello stesso sesso protezioni legali molto simili a quelle già previste per i matrimoni eterosessuali. Il processo di approvazione è stato seguito lo scorso venerdì da migliaia di persone appostate fuori dal Parlamento.
Una svolta a lungo attesa da gran parte della cittadinanza, specie a seguito della decisione della Corte costituzionale del 2017 che aveva permesso alle coppie gay di poter godere di un matrimonio riconosciuto dalla legge. A seguito della sentenza della Corte al parlamento erano stati concessi due anni di tempo, che sarebbero scaduti il prossimo 24 maggio, per apportare le correzioni normative.
Nelle ore antecedenti al voto sulla legge, anche la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, aveva mostrato il proprio favore all’approvazione attraverso un post su Twitter: «Oggi abbiamo la possibilità di fare la storia e mostrare al mondo che i valori progressisti possono radicarsi in una società dell’Asia orientale. Possiamo mostrare al mondo che #l’AmoreVince».
Negli ultimi trent’anni il ruolo di Taiwan nell’ambito dei diritti civili si è rivelato decisivo. Taipei è stata tra le prime città a ospitare la “gay pride parade”. Nonostante l’entusiasmo palesato da gran parte della popolazione di Taiwan, il percorso di approvazione della legge ha incontrato non poche resistenze a livello sociale, specie tra gruppi conservatori e istituzioni religiose.
Oltre a ciò, i referendum che durante il 2018 erano stati proposti sul tema avevano riscontrato una forte opposizione alla svolta, un segnale che ne ha rallentato il procedimento specie con le elezioni politiche del 2020 all’orizzonte. Proprio a causa di questa serie di opposizioni, il Parlamento di Taiwan non ha modificato la sua definizione di matrimonio come unione tra uomo e donna, ma ha optato per una norma “speciale” che disciplina i matrimoni tra persone dello stesso sesso.