Studio italiano scopre la data di nascita degli anelli di Saturno

Gli anelli di Saturno non sono poi così vecchi come si pensava. Lo ha scoperto uno studio coordinato dall’Università della Sapienza di Roma, secondo cui i famosi anelli sarebbero nati 100 milioni d’anni fa, quando sulla terra morivano gli ultimi dinosauri.

La ricerca è stata pubblicata da Science e finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana. Lo studio si basa sulle informazioni ricevute dalla sonda spaziale Cassini durante il tuffo nell’atmosfera del pianeta. La missione in questione, ora conclusa, era stata effettuata dalla Nasa, dall’Agenzia Spaziale Europea e dalla stessa Agenzia Spaziale Italiana.

Gli anelli si sono quindi formati molto dopo la nascita di Saturno, datata 4,5 miliardi di anni fa. La scoperta è stata possibile grazie alla misura della massa degli anelli. Lo ha spiegato Luciano Iess, del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza, coordinatore insieme a Daniele Durante e Paolo Racioppa. «Con questi dati abbiamo trovato l’ultimo tassello del puzzle – ha confermato Iess. Una massa piccola, come quella che abbiamo misurato attraverso il sistema di telemisure di Cassini, indica una giovane età. C’erano già indizi che gli anelli non si fossero formati assieme a Saturno, ma ora ne abbiamo una prova molto convincente».

Barbara Negri, responsabile dell’Unità Esplorazione dell’Universo dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha così commentato la scoperta tutta italiana: «L’analisi dei dati scientifici raccolti dalla sonda Cassini sta contribuendo in maniera fondamentale ad aumentare la conoscenza del pianeta Saturno. Con quest’ultima importante scoperta l’Italia consolida la propria leadership scientifica nel campo dell’esplorazione del Sistema Solare, grazie anche all’importante contributo di Sapienza».

La sonda Cassini ha inoltre svelato altri retroscena del pianeta. Secondo i dati raccolti, i venti di Saturno soffiano alla velocità di 200 metri al secondo e penetrano fino alla profondità di 9.000 chilometri, superando quelli di Giove, che si fermano a 2.000 km. Tornando invece agli anelli, l’obiettivo adesso è quello di spiegare il motivo della loro formazione: l’ipotesi è che una cometa si sia schiantata e abbia frantumato una luna di Saturno, andando a creare il carattere distintivo dell’affascinante corpo celeste.

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