«Mi piacerebbe che l’Egitto e la Giordania prendessero persone». Lo ha detto Donald Trump, l’attuale presidente degli Stati Uniti, in riferimento ai profughi palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza. Il Tycoon, come viene soprannominato Trump, non è la prima volta che si espone su questo tema. Non ha paura delle opinioni della comunità internazionale, impegnata dal 19 gennaio a gestire la prima parte del cessate il fuoco tra Israele e Gaza. Trump ha basato parte della sua campagna elettorale proprio sulla sua capacità di gestione dei conflitti internazionali. E lo riconferma di nuovo, prenderà contatti sia con il generale Abdel Fattah al-Sisi, presidente dell’Egitto, sia con Abdullah II bin Al Hussein, re di Giordania.
Il discorso di Trump
La dichiarazione di Trump è stata riportata dal Corriere della Sera e da tutte le principali testate. «Parliamo di un milione e mezzo di persone e ripuliamo l’intera cosa», ha detto il presidente USA. Poi, ai cronisti che l’hanno interrogato su un volo dell’Air Force One, ha anche detto che: «Là ci sono stati molti conflitti nei secoli. Non lo so ma qualcosa deve cambiare». Ma non si è limitato a questo il presidente. Infatti, ha concluso dicendo che: «Penserei a un coinvolgimento con alcuni Paesi arabi per costruire qualcosa in una differente location».
La sostanza del discorso di Trump? Ripulire la Striscia di Gaza. Per farlo è necessario che Egitto e Giordania accolgano il milione e mezzo di profughi palestinesi, aumentati notevolmente dal 7 ottobre 2023. In realtà Trump ha già parlato con il re giordano Abdullah II. Il sovrano ha risposto negativamente alle richieste. Mancano i colloqui con il presidente egiziano Al-Sisi, che dovrebbero tenersi nei prossimi giorni.
La risposta
I palestinesi hanno, ovviamente, risposto immediatamente alle affermazioni di Trump. Ma c’è di più, perché hanno nuovamente accusato il presidente di “pulizia etnica”. La popolazione di Gaza, stroncata da questi mesi di conflitto durissimo, ribadisce di volere rimanere nella Striscia. L’Autorità Nazionale Palestinese ha detto che: «La proposta viola la zona rossa, per la quale i palestinesi hanno combattuto dalla nascita dello Stato di Israele».
Ciò che richiedono a Trump i palestinesi è di accettare il cessate il fuoco messo in campo con Israele. Ma, più di qualsiasi altra cosa, richiedono che venga riconosciuto uno Stato di Palestina da tutta la comunità internazionale, Stati Uniti compresi. L’attuale situazione a Gaza è delicatissima. Il concordato di cessate il fuoco rischia di saltare da un momento all’altro a causa delle trattative sugli ostaggi.
Infatti, a riguardo sono intervenuti anche i portavoce di Hamas. Dicendo che le proposte di Trump incitano i crimini di guerra portanti avanti sulla comunità palestinese. Ma anche tanti altri Paesi arabi, come appunto la Giordania, pretendono da Trump il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente.