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Stati Uniti, Trump invita a dimettersi due milioni di dipendenti federali

L’amministrazione Trump ha offerto a due milioni di dipendenti federali una liquidazione pari a più di sette mesi di stipendio in cambio delle loro dimissioni entro il 6 febbraio. La decisione è parte della riforma di taglio dei costi della pubblica amministrazione introdotta in questi giorni dalla Casa Bianca.

Una mail dal presidente

«Se sceglierai di non continuare nel tuo attuale ruolo nella forza lavoro federale, ti ringraziamo per il servizio che hai reso al tuo Paese e ti verrà offerta una dignitosa e giusta partenza dal governo federale utilizzando un programma di dimissioni differite. Questo programma inizia il 28 gennaio ed è disponibile per tutti i dipendenti federali fino al 6 febbraio», recita il testo della mail inviata dall’amministrazione Trump a due milioni di funzionari pubblici.

Nella mail è anche presente una «lettera di dimissioni differite» per i dipendenti federali che desiderano partecipare. In base all’offerta, manterranno tutti gli stipendi e i benefit  «indipendentemente dal carico di lavoro giornaliero e saranno esentati da tutti i requisiti di lavoro in presenza applicabili fino al 30 settembre».

Dal suo insediamento, Trump ha avviato un programma di ristrutturazione radicale dell’apparato pubblico, ridimensionando notevolmente il personale federale e tagliando migliaia di miliardi di dollari di spesa.

Spianarsi la strada

Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 gennaio Trump ha licenziato tramite mail diversi ispettori generali, ovvero i funzionari indipendenti incaricati di controllare l’attività di agenzie federali o altre istituzioni governative per garantire che operino in modo efficiente e rispettando la legge.

La decisione del neoeletto presidente degli Stati Uniti è stata contestata dal senatore Adam Schiff, uno dei più accaniti oppositori politici del presidente, che l’ha definita una «chiara violazione della legge».

Il senatore Adam Schiff si è opposto alla decisione di Trump

Come riportato dal Guardian, i licenziamenti mirano a spianare la strada a Trump per nominare sostituti a lui leali. I provvedimenti violano anche la legge federale, che richiede al presidente di fornire sia alla Camera che al Senato degli Stati Uniti le motivazioni dei licenziamenti, nonché un preavviso di trenta giorni.

Lunedì 27 gennaio, inoltre, l’amministrazione si è mossa per bloccare tutte le sovvenzioni e i prestiti dati dal governo federale. Il giorno successivo il giudice Loren AliKhan ha impedito che entrasse in vigori il provvedimento.

L’American Federation of Government Employees ha denunciato l’ultima decisione. Il presidente del sindacato, Everett Kelley, ha commentato così l’operato dell’amministrazione Trump: «Epurare il governo federale da dipendenti federali di carriera dedicati avrà conseguenze enormi e indesiderate che causeranno il caos per gli americani che dipendono da un governo federale funzionante».

 

 

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

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