Senegal, elezioni posticipate nell’unica democrazia dell’Africa Occidentale

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Il governo del Senegal ha deciso che le elezioni del paese si terranno il 15 dicembre 2024. La situazione è più complicata del previsto. Le elezioni erano inizialmente programmate per il 25 febbraio. A causa di problematiche governative, tra l’opposizione e l’attuale presidente in carica Macky Sall, le elezioni presidenziali sono state posticipate a fine anno.

La scelta è arrivata nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2024, dopo che sabato 3 febbraio era già stato deciso di posticiparle ad aprile. Queste scelte hanno lanciato il Senegal in un caos, condizione strana per un paese che è sempre stato un esempio democratico vincente nel continente africano. La popolazione ha immediatamente dato il via a delle rivolte, soffocate dalle forze dell’ordine senegalesi con l’utilizzo di lacrimogeni. Eppure la situazione sembra in continua evoluzione, soprattutto perché i disordini politici sono un panorama nuovo per lo stato senegalese.

Il Senegal e la democrazia

È da quando il Senegal ha raggiunto l’indipendenza dalla Francia, nel 1960, che si è presentato come un baluardo della democrazia. Le elezioni presidenziali si sono sempre svolte nella massima chiarezza, i cittadini hanno sempre votato e non ci sono mai stati problemi per quanto riguarda l’attuazione dei principi democratici. Il Senegal è un paese dell’Africa Occidentale, la sua stabilità politica stride rispetto a quella dei vicini. Infatti, se si pensa alla storia politica di paesi come il Mali o il Gambia, entrambi sconvolti dalle rivolte e dai colpi di stato, la condizione politica del Senegal emerge con ulteriore positività.

Nonostante ciò, la democrazia senegalese scricchiola già dallo scorso anno. Nell’estate del 2023, Ousmane Sonko, leader dell’opposizione governativa, era stato accusato di corruzione di giovani e condannato a due anni di carcere. Il partito di Sonko, African Patriots of Senegal for Work, Ethics and Fraternity, aveva esortato la popolazione a insorgere contro un provvedimento che sembrava costruito ad hoc per impedire a Sonko di candidarsi alle elezioni del 2024. Quasi 400 feriti e una ventina di morti fu il bilancio delle rivolte.

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Il presidente senegalese in carica Macky Sall

L’apprensione che si muove intorno ai disordini dei primi giorni di febbraio non è quindi casuale. Le opposizioni hanno accusato il presidente in carica, Macky Sall, di stare organizzando un colpo di stato per mantenere il potere. Le proteste della popolazione hanno obbligato le scuole a lasciare i bambini a casa. Mentre i mezzi di comunicazione (tv e social) non hanno potuto produrre contenuti da sabato 3 febbraio a lunedì 5 febbraio. Ciò che richiede la popolazione è la possibilità di avere delle elezioni giuste e normali, secondo i principi democratici che guidano il paese. Da parte sua, il presidente Sall, sostiene di non avere alcuna intenzione di mantenere la sua posizione per una durata maggiore rispetto al suo mandato.

Chi è Macky Sall?

L’attuale presidente in carica appartiene al partito senegalese Alleanza per la Repubblica. È stato Primo Ministro del Senegal dal 2004 al 2007. È stato, poi, eletto presidente per la prima volta nel 2012 e nuovamente nel 2019. La scelta di Sall di rinviare le elezioni appare contraddittoria in un paese come il Senegal. In un discorso alla tv nazionale, il presidente ha annunciato che, a causa di controversie sui candidati alle prossime elezioni presidenziali, le stesse saranno posticipate a data da destinarsi.

La scelta di Macky Sall spaventa per diverse motivazioni. Principalmente perché porta gli echi di altri colpi di stato che hanno interessato i paesi confinanti con il Senegal. Ma anche perché per i partner internazionali, come l’Europa, perdere l’unico paese politicamente stabile della regione del Sahel sarebbe disastroso. Il presidente ha però stressato il fatto che non ci sia nessuna volontà da parte sua di candidarsi per una terza volta. Nonostante ciò, il presidente Sall dovrebbe terminare il suo mandato il 2 aprile, ma resterà in carica fino al 15 dicembre.

 

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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