Russia, agente dei servizi russi confessa l’avvelenamento di Navalny

In un video che ha già raggiunto più di 7 milioni di visualizzazioni su Youtube, il leader dell’opposizione russa Alexei Navalny racconta di aver ingannato e fatto confessare il presunto sicario del suo avvelenamento, avvenuto ad agosto di quest’anno.

Durante la telefonata, Navalny si sarebbe spacciato per Maxim Ustinov, un (inesistente) aiutante di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza russo. Dall’altra parte Konstantin Kudryavtsev, specialista, secondo Bellingcat, di armi chimiche che lavora all’agenzia di intelligence nazionale russa, il servizio di sicurezza federale (FSB).

Secondo quanto dichiara l’attivista Navalny, la telefonata tra i due risale al 14 dicembre, poco dopo la pubblicazione su Bellingcat di un’inchiesta dove si affermava l’avvelenamento da parte di sicari sotto copertura dell’agenzia di spionaggio russa dell’FSB.

Una telefonata durata quasi un’ora

Al termine della chiamata, «durata quasi un’ora»- specifica Navalny – il presunto sicario avrebbe chiesto: «Mi scusi, ho una domanda. Va bene aver parlato su una normale linea telefonica?”.

Il leader dell’opposizione ha dunque nascosto la sua identità e affermato che stava raccogliendo informazioni sull’operazione fallita. L’agente, in risposta alle domande, avrebbe affermato che la dose di veleno utilizzata sarebbe stata fatale, qualora i paramedici non avessero agito tempestivamente e il pilota dell’aereo a bordo del quale viaggiava Navalny stesso, non avesse eseguito un atterraggio di emergenza.

Il leader dell’opposizione afferma di aver tra le mani una prova inconfutabile delle responsabilità del Cremlino e dei suoi servizi segreti nell’atto di avvelenarlo. L’agente non solo avrebbe quindi confessato l’operazione, ma avrebbe anche specificato che la tossina sarebbe stata applicata sulle mutande dell’oppositore, in particolare all’altezza dell’inguine. Gli indumenti che il politico indossava quando è stato ricoverato non gli sono mai stati restituiti. 

La risata di Putin e la risposta del suo portavoce

In risposta, Putin, ha negato qualsiasi tipo di connessione con l’avvelenamento del suo avversario politico più importante. Ai giornalisti, con una risata, ha dichiarato che se gli agenti russi avessero voluto uccidere il signor Navalny, «probabilmente avrebbero portato a termine il lavoro».

Intanto il portavoce del Presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha accusato l’oppositore Navalny di soffrire di «manie di persecuzione e di grandezza». Infine secondo l’FSB la telefonata rappresenta «un falso» e l’inchiesta «una provocazione pianificata, supportata dai servizi segreti stranieri».

Nel frattempo il ministro degli Esteri russo ha convocato gli ambasciatori di Germania, Francia e Svezia, annunciando che le sanzioni imposte ad alcuni funzionari russi per l’avvelenamento di Navalny sono «illegittime». Secondo quanto riporta RIA Novosti, l’agenzia di stampa russa, Mosca ha allungato l’elenco dei funzionari europei a cui è vietato l’ingresso nel Paese.

Chi è Alexei Navalny

Alexei Navalny è un attivista e segretario del Partito democratico del Progresso, figlio di un ex ufficiale dell’esercito.

Dopo varie condanne in Russia per fatti legati al suo attivismo viene considerato da molti, tra cui l’associazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International, un prigioniero politico. È l’unico politico a favore della legalizzazione dei matrimoni omosessuali ed è stato più volte arrestato per aver partecipato a manifestazioni contro la corruzione, non autorizzate dal governo.

La mattina del 20 agosto Navalny insieme alla sua portavoce, Kira Yarmysh, volavano da Tomsk a Mosca. Durante il volo, Navalny ha iniziato a manifestare malessere e ha perso conoscenza. Portato immediatamente al reparto di rianimazione tossica, il primario ha dichiarato che il paziente era entrato in coma e collegato a un ventilatore.

Il giorno seguente, dopo la richiesta della famiglia e del suo partito alla cancelliera Merkel e al presidente Macron, viene trasportato in una clinica di Berlino. Il 7 settembre Navalny esce dal coma.

 

 

 

 

Carolina Zanoni

NATA NELLA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA, NON AVREI POTUTO SCEGLIERE UNA STRADA DIVERSA. LAUREATA IN LETTERE ALL'UNIVERSITÀ DI VERONA, OGGI SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX IULM-MEDIASET. SONO APPASSIONATA DI POLITICA, ANCHE EUROPEA. HO COLLABORATO CON “TOTAL EU”, “ITALPRESS” E “DIRE” ALL'INTERNO DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A BRUXELLES E A STRASBURGO. Mi PIACE INTERVISTARE E STAR DIETRO LE QUINTE A RACCONTARE LE DINAMICHE DEL PIÙ INTRIGANTE SPETTACOLO (O CIRCO) DEL MONDO: LA POLITICA.

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