Russia, i social Facebook e Twitter nel mirino del Cremlino

Guai in vista dalla Russia per Twitter e Facebook. L’Agenzia governativa per il monitoraggio delle comunicazioni, il Roskomnadzor, ha aperto un procedimento amministrativo nei confronti dei due social network per aver violato la locale legge sulla privacy degli utenti.

Stando alle indiscrezioni diffuse dai media russi, le società non avrebbero rispettato la scadenza del 31 gennaio 2019 per notificare – su server situati nel territorio federale – le informazioni sulla localizzazione dei database personali dei cittadini russi, come richiesto dal dipartimento.

Per questa ragione, come indicato anche sul sito del supervisore delle telecomunicazioni di Mosca «i procedimenti amministrativi sono stati avviati sulla base di un reato amministrativo ai sensi dell’articolo 13.11, parte 8.»

Violazioni di questo sito – si legge sempre sul portale del dipartimento – prevedono sanzioni pecuniarie da 1 milione di rubli (circa 14mila euro) a 6 milioni di rubli (circa 85mila euro).

Inoltre, in caso di mancato adempimento delle richieste del Cremlino, la legge prevede il blocco dei servizi delle due piattaforme social, su tutto il territorio russo.

Non sarebbe una novità. Tra i precedenti, nel 2016 con motivazioni analoghe era stato negato l’accesso al sito LinkedIn.

Sempre con l’accusa di non aver “rivelato” dove erano custoditi i dati, lo scorso aprile a finire al banco degli imputati del il tribunale Tagansky di Mosca, fu proprio Facebook. Costretto dal giudice a pagare una multa di 3000 rubli, circa 43 euro (spiccioli rispetto al profitto di $ 18 miliardi quell’anno), il colosso dei social media non inviò alcun rappresentante in aula, al momento del verdetto.

Nel 2018 toccò all’app di messaggistica Telegram,  dopo che la società del “programmatore dissidente” Pavel Durov si rifiutò di fornire ai servizi segreti del Cremlino le chiavi per decriptare i messaggi degli utenti. Tuttavia in quel caso il “blocco” fallì e Telegram  tutt’ora continua ad essere molto popolare anche in Russia.

Si evince che il problema legale in questione è la violazione del principio per cui, un’azienda che gestisce i dati personali dei cittadini russi, deve archiviarli all’interno del Paese.

Al fine di proteggere la privacy dei propri cittadini infatti, nel dicembre 2014 i legislatori russi  hanno modificato la “Legge sui dati personali“, divenuta poi effettiva il 1 ° settembre 2015.

Questa impostazione si scontra con quella diametralmente opposta di Facebook, secondo cui per i social network  i dati personali degli utenti «non sono segmentati per principi geografici».

Il governo russo, dal canto suo, si batte per mantenere i data sul suolo nazionale poiché, grazie agli sviluppi della rete locale Runet, la Russia potrebbe decidere di isolarsi dall’Internet mondiale a “scopo difensivo” .

Altro obiettivo, la creazione di una “rete autarchica“, per controllare tutte le informazioni dei cittadini. In quest’ottica, di recente il Cremlino ha bloccato i servizi Vpn ed email crittografate forniti da Proton, motivando la decisione come una forma di prevenzione da eventuali cybercrimes.

 

Benedetta Piscitelli

Mi interessano le persone, le loro storie, l’attualità raccontare fatti per creare opinioni. Dubito spesso e non mi accontento mai della prima versione dei fatti: per molti è un difetto, io provo a farne una professione. Vivo on-line frequentando gli ambienti social ma preferisco il giornalismo retrò, quello attivo tra la gente. Laureata in Scienze della Comunicazione, sono diventata giornalista pubblicista a Napoli, dove ho fatto la vera gavetta nell’emittente regionale Canale21. Qui ho imparato prima a chiudere un servizio, poi a fare collegamenti in diretta e infine a condurre il telegiornale. Dal 2018 collaboro con l’edizione casertana de Il Mattino. Attualmente sono praticante presso la Scuola di giornalismo IULM di Milano.

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