Romania, elezioni parlamentari al Partito Socialdemocratico

Domenica 1 dicembre si sono tenute le elezioni parlamentari in Romania e il Partito Socialdemocratico (Psd), guidato dal primo ministro Marcel Ciolacu, è uscito vincitore. Alle urne si è recato il 52 per cento degli aventi diritto di voto. Si tratta dell’affluenza più alta degli ultimi due decenni, a conferma dell’importanza di questa tornata elettorale per le sorti del Paese dell’Europa Orientale.

I risultati

Il Partito Socialdemocratico (Psd) è stato il partito più votato, con il 23 per cento. Alleanza per l’unità dei romeni (Aur), di estrema destra, si è fermata al 18 per cento e il Partito Nazionale Liberale (Pnl), di centrosinistra, al governo insieme al Psd dal 2021, non è andato oltre il 14,5 per cento.

Quarto posto per l’Unione Salva Romania (Usr), di centrodestra e all’opposizione, con l’11,9 per cento delle preferenze. Il partito di estrema destra S.O.S Romania, guidato dalla leader conservatrice Diana Sosoaca, l’Alleanza democratica degli ungheresi in Romania e il poco conosciuto Partito dei giovani di destra (Pot) hanno ottenuto rispettivamente il 7,5, il 6,5 e il 6,2 per cento.

Altri tre partiti sono riusciti a superare la soglia del 5 per cento necessaria per entrare in Parlamento.

Destra in ascesa

Come sottolineato da diversi analisti, l’esito delle elezioni conferma la virata a destra della Romania. Domenica scorsa, 24 novembre, il politico nazionalista e filorusso Calin Georgescu, che si è candidato come indipendente, ha vinto il primo turno delle presidenziali ed è favorito nel ballottaggio dell’8 novembre con Elena Lasconi dell’Unione Salva Romania.

Nonostante non sia riuscita a ottenere il primo posto, l’Alleanza per l’unità dei romeni, di estrema destra, è andata decisamente bene, considerando che alle parlamentari del 2020 aveva conquistato la metà dei voti (9 per cento) e alle europee dello scorso giugno aveva preso il 14 per cento.

Nel suo programma, il partito di estrema destra si oppone al sostegno della Romania all’Ucraina nella guerra d’invasione della Russia, in nome della «pace» e dei «valori cristiani». «Oggi il popolo romeno ha votato per le forze sovraniste. Questo è l’inizio di una nuova era in cui i rumeni rivendicano il diritto di decidere del proprio destino», ha commentato il leader di Alleanza per l’unità dei romeni, George Simion.

 

 

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

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