
La Commissione elettorale della Romania ha respinto la candidatura del filorusso di estrema destra Călin Georgescu, che quindi non potrà presentarsi alle presidenziali del prossimo 8 maggio. La decisione – che per il momento non è stata motivata – è stata comunicata domenica 9 marzo e ha generato la reazione immediata dei sostenitori del leader rumeno. Ci sono stati violenti tafferugli tra i manifestanti e la polizia, che ha disperso la folla con gas lacrimogeni.
L’annullamento delle elezioni di dicembre
A dicembre, Georgescu avrebbe dovuto sfidare la liberale Elena Lasconi, che aveva superato il premier uscente e candidato socialdemocratico, Marcel Ciolacu. In quel frangente, la Corte costituzionale aveva però deciso di annullare le elezioni a causa di presunte interferenze russe, che avrebbero favorito il successo di Georgescu.
La Corte aveva quindi riconvocato le elezioni per il prossimo maggio. Venerdì 7 marzo, Georgescu aveva presentato la sua candidatura. E questo nonostante la sua possibilità di correre per la presidenza fosse ancora in dubbio.
Il 26 febbraio, la polizia ha interrogato Georgescu sulla vicenda. Le indagini sul suo conto riguardano in particolare l’incitamento al rovesciamento dell’ordine costituzionale, la diffusione di false informazioni e l’apologia di figure accusate di genocidio. È anche sotto inchiesta penale per sei capi d’imputazione, tra cui l’appartenenza a un’organizzazione fascista e la comunicazione di false informazioni sul finanziamento della campagna elettorale.
Gli scontri a Bucarest
Nella giornata di domenica, come riferito dai media locali, a Bucarest ci sono stati scontri tra la polizia e i sostenitori di Georgescu fuori dall’Ufficio Elettorale Centrale. Una volta appreso il verdetto su Georgescu, i manifestanti hanno cercato di forzare i cancelli dell’edificio. Gli agenti sono quindi intervenuti per porre fine ai disordini.
I dimostranti avevano forzato il cordone di sicurezza e le forze dell’ordine li avevano sgomberati con gas lacrimogeni. «Le autorità invitano i partecipanti alle proteste a evitare qualsiasi violazione della legge, a mantenere la calma, a manifestare pacificamente e a dialogare con le squadre specializzate della gendarmeria», aggiunge il comunicato.
Il verdetto della Corte ha incontrato l’indignazione anche del patron di X Elon Musk («Questa è follia») e del vicepremier Matteo Salvini («Eurogolpe in stile sovietico»).