RedNote, l’app cinese che potrebbe rimpiazzare Tik Tok in America

Dal 19 gennaio, milioni di utenti americani dovranno dire addio a Tik Tok. Proprio per questo si sono messi alla ricerca di un riparo, in vista del divieto imposto dalle autorità. L’hanno trovato in un’app chiamata RedNote, non tradotta in inglese e sottoposta alla censura di Pechino. E intanto Trump fa braccio di ferro con la Corte Suprema per la sospensione temporanea del ban.

Tik Tok al bando

Tramite una legge votata dal Congresso ad ampia maggioranza bipartisan, gli USA impongono a ByteDance, casa madre proprietaria di Tik Tok, la vendita dell’app per questioni di sicurezza nazionale. Nello specifico, il provvedimento americano prevede che siano gli app store a impedirne il download, mentre il provider Oracle non dovrà più ospitare i dati degli utenti statunitensi.

A sinistra il logo di Tik Tok, a destra Donald Trump. Crediti: France 24
A sinistra il logo di Tik Tok, a destra Donald Trump

Gli avvocati della società cinese hanno chiesto alla Corte Suprema di concedere una deroga sulla legge «Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act», in italiano «Legge sulla tutela degli americani dalle applicazioni controllate da avversari stranieri». Si fa ancora attendere la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sulle sorti di Tik Tok, mentre Donald Trump, a pochi giorni dal suo insediamento, si mostra deciso a far sospendere temporaneamente il ban, concedendo a ByteDance tempo per trovare una soluzione.

Tutti pazzi per RedNote

Sarebbero in 700 mila, secondo Reuters, i nuovi iscritti al social cinese Xiaohongshu («libretto rosso»), in inglese RedNote. Fondato nel 2013 come alternativa a Instagram, oggi conta 300 milioni di utenti ed è noto soprattutto per contenuti a tema viaggi, moda e makeup. Diversamente da Tik Tok, la versione internazionale e quella locale di RedNote appartengono alla stessa società, sotto un unico regolamento e con gli stessi divieti. Nell’app, di fatto, vige una rigida censura interna. Fra i temi soggetti a censura ci sarebbero anche i 546 soprannomi sgraditi a Xi Jingping, secondo quanto riporta un database pubblicato dal China Digital Times.

L'app RedNote su telefono
L’app RedNote su telefono
L’aspetto linguistico

Quello che fa specie in questa migrazione di massa virtuale è l’aver scelto come target un’app non localizzata per la platea internazionale. In sostanza, RedNote è strutturato solo per gli utenti cinesi e nessuno dei testi che compaiono, dalle voci del menù ai pulsanti per interfacciarsi con l’app, è in inglese. Tuttavia, ciò non sembra essere un ostacolo per gli user americani, che si sono già mobilitati per colmare le proprie lacune linguistiche. L’app Duolinguo, infatti, ha registrato un aumento del 216% tra gli utenti americani interessati ad imparare il cinese mandarino.

La dubbia sicurezza dei dati

Oltre alla questione della censura, non passano inosservati i rischi per la privacy e la sicurezza online. «RedNote è soggetto alle leggi cinesi sulla gestione dei dati, che potrebbero consentire alle autorità governative di accedere alle informazioni personali degli utenti senza garantire le tutele previste in paesi come gli Stati Uniti o in Europa», sottolinea Adrianus Warmenhoven, esperto di cybersicurezza di NordVPN. La maggior preoccupazione, comunque, riguarda la mancanza di trasparenza nelle comunicazioni dell’app. «I termini e le condizioni di RedNote sono prevalentemente redatti in cinese mandarino – prosegue Warmenhoven -, rendendo difficile per gli utenti non cinesi comprendere quali dati vengono raccolti e come vengono utilizzati».

illustrazione di un'app per VPN con una bandiera cinese sullo sfondo
Illustrazione di un’app per VPN con una bandiera cinese sullo sfondo

Per tutelarsi, l’esperto suggerisce: «È consigliabile limitare le informazioni personali condivise e controllare le impostazioni sulla privacy dell’app per ridurre la raccolta dei dati per limitare il tracciamento dell’indirizzo IP, si dovrebbe considerare l’uso di una VPN».

Giulia Spini

Laureata in Interpretariato, penso in inglese e in spagnolo ma parlo italiano. Appassionata di tutto ciò che riguarda la settima arte. Il mio sogno nel cassetto? Lavorare come giornalista di spettacolo.

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