Proposta di pace per l’Ucraina. Von der Leyen: «Riarmare l’Unione Europea»

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Nel pomeriggio di domenica 2 marzo a Londra si è tenuto un vertice cruciale tra europei, Canada e Turchia per elaborare una concreta proposta di pace per risolvere la guerra in Ucraina, da presentare a Donald Trump. «Dobbiamo riarmare l’Europa con urgenza», ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. E ha annunciato: «Presenterò il piano il 6 marzo», in occasione del summit dei capi di Stato e di governo.

«Coalizione di volenterosi»

Il primo ministro britannico Keir Starmer, che ha coordinato la riunione, ha detto che alcuni partecipanti all’incontro hanno dichiarato di voler formare una «coalizione di volenterosi». Vale a dire un gruppo di paesi che si occuperà della realizzazione un piano di pace per risolvere il conflitto fra Russia e Ucraina, garantendo anche una presenza militare nel paese.

Starmer non ha specificato quali paesi faranno parte della coalizione. Ma ha detto che le discussioni sul tema saranno guidate da Regno Unito e Francia, che potranno farne parte anche paesi extraeuropei, e che il piano avrà bisogno del sostegno degli Stati Uniti.

Il primo ministro inglese ha detto di aver esposto il piano a Trump in chiamata, sabato 1 marzo. Ha inoltre aggiunto che i leader europei collaboreranno per continuare a sostenere Kiev con mezzi economici e militari, per fare in modo che il paese sia presente in tutte le future trattative sulla fine della guerra.

All’incontro ha partecipato anche Von der Leyen, che ha ribadito la volontà di fornire aiuti militari, dichiarando di voler «trasformare l’Ucraina in un porcospino d’acciaio indigeribile per i potenziali invasori», riciclando la metafora dell’ex primo ministro britannico Boris Johnson.

La strada per la pace

Il piano presenta pochi punti che, però, hanno segnato varie rotture con diversi membri del gruppo degli alleati. Ad esempio, Starmer ha affermato che un eventuale accordo dovrà «ovviamente» includere la Russia, ma Mosca «non può dettare i termini, altrimenti non faremo alcun progresso».

E poi ha aggiunto: «Se un accordo viene fatto, deve essere difeso. In passato abbiamo assistito a una cessazione delle ostilità senza alcun sostegno, regolarmente violata dalla Russia. È una situazione che dobbiamo evitare».

Posizione totalmente opposta a quella di Trump che, invece, ha prestato maggiore attenzione alle richieste di Vladimir Putin rispetto a quelle di Volodymyr Zelensky, secondo la logica del «vince il più forte».

Quindi, per il presidente americano la presenza della Russia al tavolo delle trattative sembra essere imprescindibile. E tra le condizioni esposte da Mosca c’è anche quella che esclude la presenza di militari di Paesi membri della Nato in territorio ucraino.

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

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