Coronavirus, parlamento ungherese dà pieni poteri al premier Orbán

Pieni poteri al primo ministro ungherese Viktor Orbán. Questa la decisione approvata dal Parlamento ungherese con la maggioranza dei due terzi: 137 voti a favore e 53 contrari. Secondo il partito nazionalista del primo ministro, Fidesz, il disegno di legge è stato approvato per contrastare la diffusione del coronavirus nel Paese.

I pieni poteri di Viktor Orbán

Sono due le disposizioni principali: la prima è il diritto riconosciuto a Orbán, qualora il Parlamento ungherese non possa unirsi, di continuare a governare sotto lo stato di emergenza (dichiarato l’11 marzo scorso). Il premier ungherese in questo frangente potrà cambiare o sospendere leggi in vigore e bloccare le elezioni.

Spetterà poi a Orbán, o alla maggioranza dei due terzi in Parlamento, stabilire la durata dello stato di emergenza. La richiesta dell’opposizione di porre un limite massimo di novanta giorni è stata respinta.

L’altra disposizione principale prevede pene detentive da uno a cinque anni per chi diffonde intenzionalmente notizie false o verità distorte, ritenute dannose per gli sforzi del governo nel combattere il virus.

La reazione dell’Unione europea e il silenzio del Ppe

«È l’inizio della dittatura» tuona l’opposizione socialista. Più prudente la risposta del commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders: «La Commissione sta valutando le misure di emergenza adottate dagli Stati membri in relazione ai diritti fondamentali. In particolare per il caso della legge votata oggi in Ungheria sullo stato di emergenza e le nuove sanzioni penali per la diffusione di informazioni false».

Alcuni leader europei hanno espresso preoccupazione sul fatto che l’unico limite temporale ai poteri autocratici conferiti a Orbán può essere posto dai due terzi del Parlamento ungherese, rappresentanti dello stesso partito a cui fa capo il premier. Orbán, dal canto suo, ha promesso di rinunciare ai suoi poteri previsti nel decreto non appena lo stato di emergenza sarà terminato.

E finchè da Bruxelles non è arrivata alcuna critica o condanna da parte del Partito popolare europeo, a cui appartiene lo stesso premier ungherese, Orbán ha criticato l’Unione di esser stata meno utile della Cina in termini di dispositivi di protezione: lo Stato cinese la scorsa settimana ha spedito a Budapest 3 milioni di mascherine.

«Ci sono situazioni in cui non si può essere “educati”», ha affermato Orbán durante una trasmissione radiofonica sabato 28 marzo. «Quindi ho chiaramente detto ai pignoli dell’Ue, se così posso dire, che non è il momento di venire da me pontificando su ogni sorta di domande legali e teoriche. Perché ora abbiamo una crisi, ora abbiamo un’epidemia e ora dobbiamo salvare delle vite».

La legislazione ha suscitato profonda preoccupazione anche tra i gruppi per i diritti civili in Ungheria. «La società civile, i giornalisti e le organizzazioni internazionali ed europee dovranno intensificare ulteriormente i loro sforzi in questa nuova situazione per garantire che il potenziale di gravi abusi da parte del governo sia monitorato, documentato e risposto» ha dichiarato Márta Pardavi, copresidente del comitato ungherese di Helsinki, una ONG per i diritti umani, in seguito all’approvazione del disegno di legge. «La crisi sanitaria non può trasformarsi in una crisi costituzionale» ha sottolineato Pardavi.

Le misure del governo ungherese per fronteggiare la crisi

Dallo scoppio dell’epidemia, l’Ungheria conta 439 casi positivi, 16 morti e 37 ricoverati. Orbán tra le varie misure ha pianificato un risarcimento per chiunque perderà il proprio lavoro e per coloro che guadagnano meno di 100.000 fiorini (280 euro). Il premier ungherese ha poi affermato che il governo sta lavorando per garantire posti di lavoro e «salari dignitosi» e che il piano di azione è stato elaborato per permettere a tutti di avere un’occupazione lavorativa.

Carolina Zanoni

NATA NELLA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA, NON AVREI POTUTO SCEGLIERE UNA STRADA DIVERSA. LAUREATA IN LETTERE ALL'UNIVERSITÀ DI VERONA, OGGI SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX IULM-MEDIASET. SONO APPASSIONATA DI POLITICA, ANCHE EUROPEA. HO COLLABORATO CON “TOTAL EU”, “ITALPRESS” E “DIRE” ALL'INTERNO DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A BRUXELLES E A STRASBURGO. Mi PIACE INTERVISTARE E STAR DIETRO LE QUINTE A RACCONTARE LE DINAMICHE DEL PIÙ INTRIGANTE SPETTACOLO (O CIRCO) DEL MONDO: LA POLITICA.

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