Pena di morte, in Alabama la prima esecuzione con l’azoto

Giovedì 25 gennaio, nello stato dell’Alabama (USA), sarà eseguita la prima esecuzione attraverso un metodo mai sperimentato prima: l’ipossia da azoto.

A subire l’esecuzione sarà il 59enne Kenneth Smith, detenuto nel braccio della morte della prigione di Holman da 34 anni. Nel 1988 Smith uccise Elizabeth Sennett su commissione, dietro al pagamento di 1000 dollari, del marito di quest’ultima, Charles Sennet Sr. Smith, un predicatore con diversi debiti che voleva riscuotere il premio dell’assicurazione e che poi si è suicidato.

Al processo la giuria votò 11-1 per condannare Smith all’ergastolo, ma il giudice di turno annullò la decisione e inflisse all’uomo la pena capitale. Nel 2017 la pratica dell’esecuzione venne messa fuori legge ma senza retroattività; quindi, senza la possibilità per chi aveva già ricevuto la sentenza di poter beneficiare dell’annullamento.

Un metodo mai provato prima

In America solamente Mississippi e Oklahoma hanno approvato il metodo di esecuzione attraverso l’ipossia da azoto. Ma, ad oggi, la modalità dell’azoto non è mai stata utilizzata per eseguire l’esecuzione ma di alcun carcerato. Nemmeno i veterinari di questi stati si avvalgono dell’azoto per praticare l’eutanasia agli animali poiché ritengono che sia una metodologia di esecuzione inaccettabile.

Il protocollo prevede che il condannato a morte indossi una maschera attraverso la quale inali solo azoto. Chi indossa il dispositivo viene quindi privato dell’ossigeno, gli organi cominciano a collassare e, dopo diversi minuti, avviene la morte per soffocamento.
Gli avvocati del 59enne non escludono che la morte del proprio assistito possa sopraggiungere per soffocamento nel proprio vomito e, se questo dovesse avvenire, violerebbe gli standard di “morte etica” fissati dalla legge.

«Ho paura che le cose vadano male», ha confessato l’uomo dopo il monito di alcuni esperti secondo cui la maschera prevista per l’esecuzione rischia di avere delle perdite e, quindi, di provocare in lui sofferenze atroci.

Le mobilitazioni per salvare Smith

Dato che l’esecuzione attraverso l’inalazione di azoto rappresenta un metodo di esecuzione mai provato prima, non sono presenti dati sulla sua riuscita. Il detenuto potrebbe subire una pratica estremamente dolorosa paragonabile ad una tortura crudele, inumana e degradante. Se questo avvenisse la situazione violerebbe le norme internazionali ratificate dagli Stati Uniti d’America. In virtù di ciò Amnesty International ha richiesto alla governatrice dell’Alabama, Kay Ivey, di esercitare il suo potere di clemenza per fermare l’esecuzione dell’uomo.

L’organizzazione ha inoltre chiesto a Ivey di collaborare con gli organi legislativi dello stato perché sia approvata ed entri successivamente in vigore la proposta di legge 27 sulla retroattività dell’annullamento della condanna di esecuzione. Se la proposta venisse approvata potrebbe beneficiare della retroattività anche Rocky Myers, un altro detenuto in attesa di esecuzione.

Il rigetto della Corte Suprema

La Corte Suprema americana ha respinto l’istanza con cui i legali di Smith avevano richiesto di fermare l’esecuzione. A meno che la situazione non cambi improvvisamente, lo stato dell’Alabama ha 30 ore a disposizione per compiere l’esecuzione. A partire dalle 6 del mattino ora locale (le 13 italiane).

All’uomo sarà concesso di consumare un ultimo pasto a sua scelta per poi essere scortato nella stanza dove avverrà l’esecuzione. I sanitari non daranno il via al flusso di azoto fino alla fine della lettura degli atti.

Il precedente tentativo di esecuzione

Nel 2022 Kenneth Smith è sopravvissuto al primo tentativo di esecuzione disposto nei suoi confronti. Il metodo selezionato era stato uno dei più classici: l’iniezione letale. I sanitari, in quel caso, gli trafissero mani e braccia con la siringa per più di un’ora ma non riuscirono a trovare la vena. Decisero quindi di sospendere l’esecuzione per il rischio di non riuscire a rispettare i tempi previsti.

I numeri dei sondaggi

 Stando ai sondaggi, in America c’è ancora oggi una maggioranza a favore della pena capitale. Precisamente attribuibile all’81% dei repubblicani e al 32% dei democratici. Ciononostante, il numero delle esecuzioni negli USA si è drasticamente ridotto. Nel 1999 il picco aveva raggiunto le 98 esecuzioni eseguite mentre nel 2023 i condannati a morte sono stati 24.

L’attuale presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, a differenza del suo predecessore Donald Trump, è favorevole all’abolizione della pena capitale. Ma, la scorsa settimana, il suo ministero della Giustizia ha annunciato che chiederà di giustiziare il suprematista bianco che ha ucciso 10 afroamericani in un supermarket di Buffalo, nello stato di new York.

Glenda Veronica Matrecano

Classe 2000. Milanese. Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all'Università IULM. "Curiosa, solare e tenace", così mi descrive chi mi conosce. Mi appassionano, soprattutto, la cronaca e l'attualità ma anche tutte quelle tematiche che sono in grado di accendere il dibattito pubblico. Tra le tante, ho un'aspirazione che supera le altre: diventare giornalista televisiva.

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