Niente più segreti sugli abusi.
Nel giorno del suo 83esimo compleanno, Papa Francesco cambia le regole della Chiesa e abolisce il segreto pontificio nei casi di abusi sessuali sui minori. Con un rescritto sulla riservatezza, il Pontefice ha stabilito che, pur garantendo il riserbo per evitare danni alla reputazione degli imputati prima delle sentenze definitive, non saranno più coperte da segreto le cause per pedofilia intentate contro sacerdoti e vescovi. Bergoglio rende così disponibili le testimonianze dei processi canonici alle autorità civili inquirenti.
UNA SVOLTA EPOCALE
La storica decisione fa seguito al provvedimento Motu Proprio Vos estis lux mundi, «Voi siete la luce del mondo», firmato lo scorso 7 maggio a seguito del summit mondiale che si era tenuto in Vaticano a febbraio.
Contro lo scandalo dei reati di pedofilia commessi dagli uomini di Chiesa, già in quella sede il Papa aveva previsto l’obbligo di aprire entro un anno sportelli pubblici in ogni diocesi per raccogliere le denunce di abusi sessuali e l’obbligo per preti, religiosi e religiose di «segnalare tempestivamente» ogni crimine alle autorità ecclesiastiche. Restava aperta la questione del segreto pontificio.
Di qui l’accelerata in nome della trasparenza che ha portato all’emanazione del provvedimento, anche grazie alle sollecitazioni del Cardinale tedesco Reinhard Marx, tra i più stretti consiglieri del Papa.
COSA PREVEDE L’ISTRUZIONE
Ma cosa prevedono i due documenti epocali diffusi dalla Santa Sede?
Il primo e più importante, a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, stabilisce l’abolizione del segreto sulle denunce, processi e decisioni riguardanti casi di violenza e atti sessuali compiuti sotto minaccia o abuso di autorità; casi di abuso sui minori e su persone vulnerabili; casi di pedopornografia; casi di mancata denuncia e copertura degli abusatori da parte dei vescovi e dei superiori generali degli istituti religiosi.
Si precisa inoltre che «a chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni, non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti, sia per quanto riguarda le procedure che si svolgono in sede locale, sia quelle che hanno luogo a Roma presso la Congregazione per la Dottrina della Fede».
Resta comunque il «segreto d’ufficio come in ogni ordinamento giuridico», spiega l’ex presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Dalla Torre, ma l’ulteriore novità sta nel fatto che l’Istruzione del Papa stabilisce che i magistrati civili degli altri Paesi potranno avere libero accesso agli atti dei processi canonici.
Con un secondo rescritto, a firma dello stesso Parolin e del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, il cardinale Luis Ladaria Ferrer, si è deciso di cambiare la norma riguardante il delitto di pedopornografia facendo ricadere nella fattispecie dei delicta graviora – i delitti più gravi – la detenzione e la diffusione di immagini pornografiche che coinvolgano minori fino all’età di 18 anni.
L’ ERA BERGOGLIO
E’ evidente che nella Chiesa è in atto una rivoluzione: dopo i casi di violenze sessuali e i numerosi insabbiamenti , «tolleranza zero» sembra essere il motto di Bergoglio. Stavolta il bene dei bambini viene davvero prima di tutto.